11 febbraio
Fede e carità sono queste le parole chiave della XXII Giornata Mondiale del malato, che si celebra oggi sul tema «Fede e carità - “...anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”». Il tema scelto sottolinea l’importanza di educare alla cultura del dono operatori pastorali e sanitari, persone ammalate e sofferenti, famiglie e tutta la comunità cristiana.
“Accettare l’altro che soffre significa, infatti, assumere in qualche modo la sua sofferenza, cosicché essa diventa anche mia. Ma proprio perché ora è divenuta sofferenza condivisa, nella quale c’è la presenza di un altro, questa sofferenza è penetrata dalla luce dell’amore… La con-solatio è “un essere con” nella solitudine, che allora non è più solitudine…” (Benedetto XVI, lettera enciclica Spe Salvi, Città del Vaticano, 2007, nn. 38-39.)
La vita dell’uomo è un dono ricevuto che trova il suo completamento solo quando viene ridonata con generosità ai fratelli, ma affinché ciò sia possibile è necessario lasciarsi formare dallo Spirito del Vangelo alla carità e alla misericordia, vera profezia in una società che conosce forti accenti di egocentrismo, e che talvolta è segnata fortemente dalla cultura dell’avere, del consumare e dello sprecare.
Stare accanto ai malati e alle persone sofferenti e accompagnarle al dono di sé, fino all’offerta della propria sofferenza in unione a quella di Cristo per la salvezza del mondo, è un compito importantissimo della pastorale della salute.