30 dicembre
E' online il PUZZLE della Superiora generale per il mese di GENNAIO 2014:
Esercitare il discernimento nello Spirito, personale e comunitario, a tutti livelli, specialmente di fronte alle grandi scelte.
(Dimensione sacerdotale: n° 12, pag. 49)
Approfondendo la Decisione sullo stile di vita Atti dell’XI CG
Esercitare il discernimento nello Spirito, personale e comunitario, a tutti livelli, specialmente di fronte alle grandi scelte.
(Dimensione sacerdotale: n° 12, pag. 49)
Riprendiamo le nostre riflessioni iniziando il nuovo anno 2014, con il n. 12 della Decisione sullo stile di vita, che ci propone un tema veramente molto importante e attuale: il “discernimento”, “esercitare il discernimento nello Spirito, personale e comunitario”. Premetto che non svilupperemo qui tutte le caratteristiche e la metodologia del discernimento, ma solo un approccio globale all’importanza del tema. Innanzitutto bisogna ricordare che, la pratica del “discernimento”, è parte di una lunga tradizione della Chiesa. Ma, nei nostri tempi odierni, caratterizzati da grandi, universali e vertiginosi mutamenti, che coinvolgono tutta l’umanità, le culture e le istituzioni, la pratica del “discernimento” diventa non solo importante, ma imprescindibile.
“Il cammino dell’uomo di oggi è segnato dal ritmo dell’angoscia e della speranza, dell’evasione e della ricerca, dell’impotenza e della creatività. Proprio in questo giuoco di spinte contrarie, di passioni opposte, il discernimento assume un ruolo primario. Senza un equo discernimento, è impossibile, nella situazione attuale, stabilire una gerarchia di valori, salvare la propria originalità di persona, di gruppo e di popolo, e raggiungere una convivenza umana che rispetti le legittime differenze nel conseguimento del bene comune, armonizzando i diversi ritmi, personali o di gruppo. A questo punto ci sembra di poter affermare che ogni situazione e ogni momento è divenuto un’occasione di scelta, e che la lucidità delle scelte, che elimina ogni perplessità, dipende dal discernimento. E così, mentre in altri tempi il discernimento era la condizione per divenire persona, oggi è l’unico “salvagente” per non affogare nell’anonimato, nell’angoscia o nella strumentalizzazione”. (1)
Allora possiamo subito capire la stretta relazione che esiste tra discernimento/situazione-realtà/scelte.
“Il discernimento si esercita sulla situazione presente e sulle possibilità che essa contiene, e culmina nella libera opzione. È un’attività della coscienza e della libertà”. (2)
Una persona (una religiosa), un gruppo (una comunità), una istituzione (una Congregazione) che oggi non vive il “discernimento nello Spirito” come “clima” e come “prassi” abituali, rischiano di perdere l’orizzonte della propria vocazione e missione e di essere “divorati” dalla frammentazione e dal relativismo dei rapidi mutamenti, perdendo significatività, efficacia, profezia, fecondità e vitalità carismatica.
Il “discernimento” diventa fondamentale nel processo di rinnovamento e di ri-fondazione dello “stile di vita” in fedeltà creativa al carisma, in sintonia con i segni dei tempi e con la sensibilità, che le nuove generazioni apportano al carisma e alla Congregazione.
Il “discernimento” ci aiuta a non cedere alla tentazione dell’immediatezza, dell’improvvisazione, dell’individualismo, della dispersione. La paura del rinnovamento, l’attaccamento a forme obsolete del passato, la rigidità mentale di fronte ai cambiamenti, provengono da chi non ha maturato, alla luce dello Spirito, la sensibilità e l’atteggiamento contemplativo, che conducono indefettibilmente a leggere e scrutare nei cambiamenti culturali “i segni della presenza e dell’azione di Dio nella storia, affinché la Chiesa risponda in modo più efficace alla sua vocazione”. (3)
Solo attraverso il “discernimento” potremo affrontare le sfide, le crisi e le problematiche attuali, “a tutti i livelli: personale e comunitario” e come Congregazione, nella formazione, nel governo, nell’apostolato, nel vissuto delle relazioni fraterne.
Dio ci affida questa responsabilità storica e ci chiama a “discernere nello Spirito” e “quindi è normale che lo Spirito susciti nel popolo di Dio la coscienza della necessità del discernimento, per rinnovare, attraverso uomini docili alla sua voce, la Chiesa e la convivenza umana”. (4)
Persone dialogali, comunionali, partecipative, oranti, comunicative, coraggiose, libere, docili, capaci di silenzio e di ascolto, povere, aperte, obbedienti…
Condividiamo le nostre risonanze su quanto abbiamo letto. Domandiamoci e riflettiamo insieme su quanto è presente il “discernimento nello Spirito”, nelle nostre scelte “piccole e grandi”, personali, comunitarie, provinciali… Quali cose (atteggiamenti, mentalità, formazione) personali o comunitarie ostacolano e rendono infecondo o impraticabile il “discernimento”? Che relazione c’è tra “discernimento” e “senso di appartenenza” alla Congregazione? Buona riflessione! E Buon Anno Nuovo!
(1) Cappellaro Juan Bautista, Servizio di Animazione Comunitaria, Spiritualità di comunione, Parte IV: Le componenti della spiritualità di comunione, 6. La spiritualità del discernimento, pag. 823-824, Edizioni Dehoniane Bologna 2008.
(2) Ibidem, pag. 832
(3) Ibidem, pag. 827
(4) Ibidem, pag. 827
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