31 marzo
E' online il PUZZLE della Superiora generale per il mese di MARZO 2015:
Impostare le strutture della vita comunitaria sul valore e la dignità della persona con una circolarità più dinamica nei rapporti e nell’agire, favorendo la flessibilità e la semplicità nell’organizzazione.
(Dimensione sacerdotale: n° 18, pag. 50)
Approfondendo la Decisione sullo stile di vita Atti dell’XI CG
Impostare le strutture della vita comunitaria sul valore e la dignità della persona con una circolarità più dinamica nei rapporti e nell’agire, favorendo la flessibilità e la semplicità nell’organizzazione.
(Dimensione sacerdotale: n° 18, pag.50)
Il “puzzle” precedente ci ha fatto riflettere ed approfondire le dinamiche del nuovo paradigma di Chiesa e dello “stile nuovo” di vivere e di agire come gioiosi discepoli di Gesù: il dialogo, la partecipazione, la condivisione, la corresponsabilità, la riconciliazione, la progettualità, l’accoglienza e la vicinanza. Il “pezzetto” di oggi ci conduce ancora in avanti: è importante approfondire i valori, ma è decisivo trasformare la vita, gli schemi, le strutture in coerenza con i valori, affinché il “modo-stile vissuto” sia evidenzia “muta” dei valori.
È assolutamente inutile parlare di dialogo e corresponsabilità, di progettualità e accoglienza… se nei nostri ambienti comunitari e apostolici non si dialoga, non si partecipa e progetta, non si accoglie… La “ricreazione”, “rifondazione” e “innovazione” delle forme, dell’organizzazione e delle strutture nuove e inedite la realizzeranno solo persone “ricreate, rifondate, rinnovate”. Le nostre persone: abitudini, costumi, pensieri, parole e atti dovrebbero essere sostanzialmente e visibilmente “dialogali”, “partecipative”, “accoglienti”, “comunicative”. Le nostre comunità: orari, strutture di partecipazione e di coinvolgimento, forme di incontro e di scambio tra di noi e con i laici, dovrebbero essere concretamente “dialogali”, “partecipative”, “aperte”, “flessibili”, “coinvolgenti”, “semplici”.
Chi non ha mai pensato o detto questa frase: “si parla tanto… ma non cambia nulla!”? Certo! Ma mi domando e vi domando: perché non cambia nulla? Non sarà che dietro a certe espressioni, in realtà, nascondiamo le nostre irresponsabilità, le nostre pigrizie, le nostre paure? Queste sono frasi di chi, dall’altro marciapiede, osserva, punta il dito, emette sentenze e critiche distruttive, ma non “entra” nel dinamismo del cambio e della conversione. E questo non viene da Dio, ma dal Nemico, che cerca solo di scoraggiare, di distruggere e seminare zizzania.
Mai il cambiamento avverrà solo per “decreti”, ma avverrà solamente e unicamente per “decisioni personali”, per adesione, per conversione personale. Tutte soffriamo l’inadeguatezza di certe “forme” (di preghiera, di vita comunitaria, di apostolato, di obbedienza), in tutte le opportunità che ci viene chiesta una valutazione della nostra vita, eleviamo questo “grido”. Ma, quando arriva il momento personale e comunitario di trasformare le abitudini, le dinamiche, l’organizzazione, l’orario, l’apertura… No!!! Perché “sempre si è fatto così”! Perché “Don Orione… perché le Costituzioni… perché… perché…” ecc. ecc.… Ma: “perché”? Magari perché non ci vogliamo scomodare, perché non vogliamo rischiare, perché abbiamo paura di “innovare”… ma se i “frutti” non sono quelli aspettati, allora sì, è più facile scaricare la responsabilità del nostro disaggio, delle nostre demotivazioni e mediocrità, sull’altra, specialmente se quest’”altra” è l’autorità a qualsiasi livello.
Non è questa la logica di Gesù. Gesù ha creduto ai valori nuovi del Regno, ha aderito personalmente, le ha annunciato ai discepoli e al popolo, ma non ha scaricato le sue responsabilità su nessuno, e ci ha redenti perché ha deciso personalmente di viverli, pagando con la sua vita. Solo allora è nata la nuova umanità, il nuovo popolo, la nuova creazione, la nuova forma di relazionarci con Dio, come Padre e fra noi come fratelli e sorelle.
Il “pezzetto” di oggi è un invito a superare il dualismo e l’ipocrisia, è una chiamata a “prendere posizione”, innanzitutto e prima di tutto “personalmente”, a superare la schiavitù della paura del nuovo, dell’inedito per “rischiare” le vie mai viste che lo Spirito Santo ci sta indicando con “gemiti inesprimibili” (Rm 8,26b). La Vita religiosa avrà futuro solo se le persone consacrate siamo disponibili a “ricrearla” sul “valore e la dignità della persona umana”che siamo oggi. È questo ciò che l’XI Capitolo generale ha scoperto e ha plasmato nella Decisione sullo stile di vita e che tutte abbiamo accolto con speranza e con gioia. Non c’è tempo da perdere! Abbandoniamo subito la “trincea” della mentalità del: “nulla cambia!”.
Se è vero che: “querer es poder”! (“volere è potere!”), allora domandiamoci: cosa “voglio”, “desidero”? Lo stile delle mie relazioni con le altre e con gli altri, è quello che “voglio”? lo stile di preghiera e di spiritualità che vivo attualmente, è quello che “voglio”? lo stile con cui mi sento e sono missionaria e realizzo l’apostolato oggi, è quello che “voglio”? Sono sicura che è questo ciò che “vuole” Gesù, la Chiesa, Don Orione…? Allora, comincia oggi a “volere” secondo i loro valori e vedrai che “si può”! Comincia tu, io… con coraggio e umiltà… ad essere “quel cambio” desiderato, e vedrai che non saranno più “solo parole” gli Atti dei Capitoli, le Circolari, gli incontri formativi, i discorsi del Papa… Dio ha messo questo “potere” nelle mie e nelle tue mani: “impostare strutture adeguate alla persona che siamo oggi, flessibili, semplici, più leggere ma più autentiche, per favorire il calore della vita e dell’esperienza, e non il ghiaccio della legge e della formalità”. Altrimenti saremo noi stesse ad uccidere di nuovo Gesù, sotto forme e stili obsoleti e sterili, e sotto le quali, dopo, uccideremo anche la nostra gioia, il nostro entusiasmo, la nostra passione missionaria, la profezia… la nostra vocazione!
Leggiamo personalmente e decidiamo una personale e concreta conversione e trasformazione. Condividiamo comunitariamente, ricordando il “pezzetto” precedente e decidiamo insieme quelle “trasformazioni” comunitarie che comincino a rendere concrete le “parole”. Ricordandoci che “querer es poder” (“volere è potere”).
Coraggio e buona riflessione!
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PUZZLE Marzo 2015 - IT (325.36 kB)
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