18 gennaio
E' stata celebrata ieri 17 gennaio, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Papa Francesco l'ha ricordata ieri al termine dell'Angelus con queste parole: “Cari fratelli e sorelle, oggi ricorre la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che, nel contesto dell’Anno Santo della Misericordia, è celebrata anche come Giubileo dei Migranti. Sono lieto, pertanto, di salutare con grande affetto le comunità etniche qui presenti, tutti voi, provenienti da varie regioni d’Italia, specialmente dal Lazio. Cari migranti e rifugiati, ognuno di voi porta in sé una storia, una cultura, dei valori preziosi; e spesso purtroppo anche esperienze di miseria, di oppressione, di paura. La vostra presenza in questa Piazza è segno di speranza in Dio".
Il Santo Padre ha dedicato a questa ricorrenza un bellissimo Messaggio in cui riocrda che: “...la premura paterna di Dio è sollecita verso tutti, come fa il pastore con il gregge, ma è particolarmente sensibile alle necessità della pecora ferita, stanca o malata. Gesù Cristo ci ha parlato così del Padre, per dire che Egli si china sull’uomo piagato dalla miseria fisica o morale e, quanto più si aggravano le sue condizioni, tanto più si rivela l’efficacia della divina misericordia”.
Per approfondimenti:
17 febbraio
Nel Vangelo, “Gesù ci ricorda che anche le parole possono uccidere! Pertanto, non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di lui il veleno dell’ira e colpirlo con la calunnia”.
Papa Francesco lo ha affermato nel breve discorso pronunciato prima dell’Angelus ricordando le parole di Cristo: “Avete inteso che fu detto agli antichi: ‘Non ucciderai’; Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovra’ essere sottoposto al giudizio”.
Leggi il contenuto del discorso del Papa
27 dicembre
Nell’Angelus pronunciato ieri nel giorno di Santo Stefano, il Pontefice ha posto l’accento sul tema della libertà religiosa, ricordando la situazione di quei “Paesi e ambienti che sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove di fatto i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni“.
“Oggi – ha detto il Papa - preghiamo in modo particolare per i cristiani che subiscono discriminazioni a causa della testimonianza resa a Cristo e al Vangelo. Siamo vicini a questi fratelli e sorelle che, come Santo Stefano, vengono accusati ingiustamente e fatti oggetto di violenze di vario tipo. Sono sicuro – ha aggiunto Bergoglio – che purtroppo sono più numerosi oggi che nei primi tempi della Chiesa”.
02 settembre
Ieri durante l’Angelus il Pontefice ha lanciato un forte appello per la pace in Siria ed ha indetto per il 7 settembre in Piazza S. Pietro una giornata di digiuno e di preghiera. "Vogliamo che in questa nostra società dilaniata da divisioni e da conflitti scoppi la pace". "Non e' mai l'uso della violenza che porta la pace: la guerra chiama guerra, la violenza chiama violenza", ha detto il Papa invitando le parti in conflitto in Siria a "non chiudersi nei propri interessi" ma a "intraprendere la via dell'incontro e del negoziato''.
“Il grido della pace si levi alto – ha aggiunto - perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall'anelito di pace. Per questo, fratelli e sorelle ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno più opportuno, i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà”.
22 luglio
Le religiose e i religiosi brasiliani che vivono a Roma si sono organizzati per partecipare all’Angelus di ieri, domenica 21 luglio 2013, prima della partenza di Papa Francesco per il Brasile. Erano presenti per le PSMC, suor M. Bernadeth Martins de Oliveira e suor M. Ema Benavidez.
Papa Francesco nelle parole rivolte ai presenti, partendo dall’episodio di Marta e Maria, ha sottolineato il tema della fede e delle opere, della contemplazione e dell'azione. Commentando il brano evangelico (Maria, ai piedi di Gesù, «ascoltava la sua parola», mentre Marta era impegnata in molti servizi (cfr Lc 10, 39-40), in cui entrambe offrono accoglienza al Signore di passaggio, ma lo fanno in modo diverso), il Papa ha usato parole chiare: "Le opere - ha detto - non siano mai distaccate dall'annuncio e dalla preghiera. Preghiera e azione siano sempre unite". Chiarendo poi in modo ancor più netto: "Una preghiera che non porta verso un'azione concreta a favore del fratello malato è sterile e incompleta". Ma l'equilibrio tra fede e opere è sottile, complesso, sempre a rischio. "D'altra parte - ha aggiunto - anche nel servizio ecclesiale quando si è attenti solo al fare, solo alle strutture e non ci si riserva il tempo per la preghiera, ci si riduce a servire se stessi e non Dio nel fratello bisognoso". La giusta sintesi? Il motto di san Benedetto, ora et labora, prega e lavora, che secondo Bergoglio è l'esergo di una vita cristiana.
Nel corso della recita dell'Angelus, il Papa ha invitato i presenti ad accompagnarlo con la preghiera a Rio de Janeiro.