14 gennaio
Ieri, 13 gennaio, Mons. Pietro Santoro, vescovo di Avezzano ha presieduto, alle ore 17, nella cattedrale di San Bartolomeo la celebrazione della Santa Messa in memoria delle 30.000 vittime del terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915, concelebrata da 15 vescovi, presenti anche Mons. Andrea Gemma e Mons. Giovanni D'Ercole, e un centinaio di sacerdoti, tra cui Don Flavio Peloso, Direttore generale PODP, Don Silvestro Sowizdrzal, Consigliere generale e Don Antonio Chiarilli.
Da parte delle Piccole Suore Missionarie della Carità erano presenti: Sr. M. Bernadeth M. de Oliveira, Consigliera generale, Sr. M. Bronisława Smoter, Sr. M. Elena Varela, Sr. M. Elvidia Demurtas, Sr. M. Ema Benavidez, Sr. M. Faustyna Orchowska e Sr. M. Thérèse Raharivololona. La cattedrale era gremita di gente e di tante suore di altri Istituti.
Durante l'omelia Mons. Pietro Santoro ha ricordato quello che accadde in quella fredda, limpida e serena mattina del 13 gennaio 1915, alle ore 7,52, quando la Marsica fu sconvolta da un violentissimo sisma d’intensità epicentrale, corrispondente a 11 gradi della scala Mercalli, (magnitudo 7 sulla Scala Richter),mietendo circa 30 mila vittime.
Un moto di solidarietà e di affetto si strinse intorno alla Marsica lacerata dal terremoto: da numerose città italiane arrivarono aiuti e conforto. Parimenti importante fu l’azione della Chiesa cattolica e degli ordini religiosi che con Don Orione e don Guanella si prodigarono per l’assistenza ai numerosi orfani, sopravvissuti. Tra le prime preoccupazioni di Don Orione ci fu quella di trasportare i più piccoli in luoghi più sicuri.
E’ Ignazio Silone testimone oculare a raccontare: “Una di quelle mattine grigie e gelide, dopo una notte insonne, assistei ad una scena assai strana. Un piccolo prete sporco e malandato con la barba di una decina di giorni, si aggirava tra le macerie attorniato da una schiera di bambini e ragazzi rimasti senza famiglia … In quel mentre arrivarono e si fermarono cinque o sei automobili. Era il re, col suo seguito, che visitava i comuni devastati … Il piccolo prete, senza chiedere il permesso, cominciò a caricare sopra una di esse i bambini da lui raccolti… chiesi attorno a me: “Chi è quell’uomo straordinario? Una vecchia che gli aveva affidato il suo nipotino, mi rispose: “Un certo don Orione, un prete piuttosto strano”.
L’opera instancabile di Don Orione tra le macerie della Marsica continuò nell’opera dei suoi religiosi e religiose che, accolsero orfani, e poi ragazzi poveri e giovani da avviare al lavoro.
Al termine dell'omelia, due bambine hanno portato un mozzicone di candela trovata accesa dai soccorritori, 100 anni fa, nella chiesa di Alba Fucens. Con gesto commosso, il Vescovo ha riacceso e posto sull'altare quella candela.
Il gruppo di PSMC presenti alla celebrazione, prima di recarsi ad Avezzano, hanno fatto visita, lungo la strada al Santuario di San Gabriele ed hanno vissuto un momento di fraternità, reso ancor più bello dalla splendida giornata e dal magnifico paesaggio circostante.
Per approfondimenti vai alla pagina dei FDP su Don Orione e Don Guanella nella Marsica