30 gennaio
Domani 31 gennaio ricordiamo la nascita al cielo di san Giovanni Bosco (avvenuta nel 1888 cioè 127 anni fa).
In questo stesso anno la famiglia Salesiana e tutta la Chiesa celebra il Bicentenario della sua nascita (16 agosto 1815-2015). L’Evento è stato preceduto dal triennio di preparazione durante il quale in ogni tappa si è cercato di sviluppare un aspetto del carisma di questo grande santo: “Conoscenza della storia di Don Bosco” (16 agosto 2011 – 2012); “Pedagogia di Don Bosco” (16 agosto 2012 – 2013) e “Spiritualità di Don Bosco” (16 agosto 2013 – 2014).
L’Anno di celebrazione intitolato “Missione di Don Bosco con i giovani e per i giovani” inizierà il 16 agosto 2014 per terminare il 16 agosto 2015.
Per approfondire la conoscenza di San Giovanni Bosco potrà essere di grande aiuto vistare il sito appositamente preparato: http://www.bicentenario.donboscoitalia.it/.
Come ben sappiamo Don Orione da ragazzo è stato da Don Bosco a Torino per 3 anni (4.10.1886-16.08.1889) concludendo i suoi studi ginnasiali e desideroso seguire le orme di questo grande santo ma la Divina Provvidenza dispose diversamente. Tuttavia bastavano questi pochi anni accanto a Don Bosco per prendere a cuore l’esempio di santità e lo zelo per le anime specialmente per i giovani.
Don Orione confessò con il tempo: “Ho sempre pensato che non per niente il Signore volle che andassi da Don Bosco, conoscessi lui e gli altri Salesiani della prima ora. Se in Congregazione c'è qualche cosa di buono, lo dobbiamo a Don Bosco!... Quanto benedico Iddio di aver conosciuto Don Bosco!” (Parola, 26.11.26). E in altro momento diceva: “Tutto quello che voi vedete in me è il frutto di tre anni passati all’Oratorio di Don Bosco; e la mia vocazione si è sviluppata in quell’atmosfera satura di pietà e di amore di Dio. Don Bosco ci faceva trovare, attorno a noi, un soffio di affetto santo” (Parola, 3.7.28).
L’inscrutabile è l’economia della salvezza! In ogni tempo si trovano persone aperte alle ispirazioni dello Spirito Santo che mettono tutti i loro doni di natura e di grazia al servizio della Chiesa rispondendo a qualche particolare necessita. Papa Francesco nella “Lettera ai consacrati” scrive: “Mi attendo che «svegliate il mondo», perché la nota che caratterizzava la vita consacrata è la profezia. (…) Il profeta riceve da Dio la capacità di scrutare la storia nella quale vive e di interpretare gli avvenimenti: è come una sentinella che veglia durante la notte e sa quando arriva l’aurora (sf. Is 21, 11-12). Conosce Dio e conosce gli uomini e le donne suoi fratelli e sorelle. È capace di discernimento e anche di denunciare il male del peccato e le ingiustizie, perché è libero, non deve rispondere ad altri padroni se non a Dio, non ha altri interessi che quelli di Dio”.
Don Bosco è stato uno di questi profeti dei quali parla Papa Francesco e oggi a noi spetta di essere Santi, cioè di seguire il Signore in maniera speciale e in modo profetico.
Leggi l'articolo di Don Flavio Peloso