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Giovedì, 16 Ottobre 2014 11:49

Presentazione della seconda lettera ai consacrati "Scrutate" (CIVCSVA)

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16 ottobre

anteprima1c 1610014Presso la Pontificia Università Urbaniana, si è svolta ieri sera, 15.10.2014, la presentazione della seconda lettera circolare che la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica indirizza ai consacrati e alle consacrate in cammino sui segni di Dio, in preparazione all’Anno della Vita consacrata che si aprirà il prossimo 30 novembre, prima domenica di Avvento.

Il titolo della lettera è: “Scrutate” ed invita a “Scrutare gli orizzonti della nostra vita e del nostro tempo in vigile veglia. Scrutare nella notte per riconoscere il fuoco che illumina e guida, scrutare il cielo per riconoscere i segni di benedizioni per le nostre aridità. Vegliare vigilanti e intercedere, saldi nella fede”.  Guidati dalle parole di Papa Francesco i consacrati, «sempre in cammino con quella virtù che è una virtù pellegrina: la gioia,» in esodo lungo i sentieri della storia, “custodiscono la ricerca del volto di Dio, vivono la sequela di Cristo, si lasciano guidare dallo Spirito, per vivere l’amore per il Regno con fedeltà creativa e operosità.” Accettano al contempo di “misurarsi con certezze provvisorie, con situazioni nuove, con provocazioni in processo continuo di comunione, di discernimento, per scrutare l’orizzonte della storia ed essere dono nei tanti crocevia del mondo e delle culture.

Nel corso della presentazione Suor Nicla Spezzati ha sottolineato che la lettera “Scrutate” ci invita “a vegliare sull’umano e sul suo destino spirituale”. “I nostri sguardi - ha osservato la religiosa - sono a volte ‘spenti’ nei mondi virtuali”; di qui l’invito ad “allenare il nostro sguardo, a custodire la fede che sostanzia la speranza”, ad avere cura dell’umano e a “sostare nella preghiera di intercessione”. “Scrutare significa conquistare lo sguardo di Dio sulla vita, sugli altri, su noi stessi. Uno sguardo benevolente, fiducioso, sereno”, ha fatto notare padre Mario Aldegani per il quale la vita consacrata va vissuta “come vita di passione per Dio e l’umanità, come samaritana capace di riconoscere le sue ferite e lasciarsele curare, come capacità di farsi essa stessa curatrice e guaritrice”.

Letto 2477 volte Ultima modifica il Giovedì, 16 Ottobre 2014 12:15