02 febbraio
Oggi, 2 febbraio – festa della Presentazione del Signore - si festeggia nella Chiesa la Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Il Consacrato per eccellenza è Gesù di Nazaret (Gv 10, 36), «Gesù è colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo in modo supremo (cfr. Gv 10,13).
Ogni cristiano, per tanto, è reso partecipe della consacrazione di Gesù e della Chiesa mediante i sacramenti fondamentali dell’iniziazione cristiana (cf LG 10-12; 34-36).
La Chiesa è tutta intera un popolo di battezzati-cresimati consacrati da Dio a Dio e chiamati a vivere coerentemente nella santità del loro “stato” battesimale-cresimale e ad essere per il mondo sacramento di salvezza.
La vita consacrata della Chiesa si fonda sulla centralità di Gesù, professato Cristo e Signore, e propone di vivere come Lui, casto, povero e obbediente alla volontà del Padre.
San Paolo scrive: “La vergine si preoccupa di essere santa nel corpo e nello spirito” (1 Cor 7, 34). “Santa” e “senza distrazioni” (7, 35), cioè consacrata, appartenente completamente al Signore con un amore che vuole avere un solo cuore: quello di Cristo.
Don Orione amava e valorizzava tanto la vocazione religiosa da scrivere: “Il desiderio della vita perfetta non può venire che da Dio. È una somma grazia che Iddio ti fa: la vocazione religiosa è il più grande beneficio di Dio, dopo il battesimo. (…) E la vocazione religiosa non è già di chi è perfetto; ma di chi desidera di diventarlo. (…) Va avanti alla Madonna: mettiti come uno straccio, di più, come un figlio, ma bambino nelle sue mani, e poi decidi come fossi in punto di morte, e avrai deciso bene” (A Giovanni Repetti, 13.10.1914; Scritti 42,57).
E incoraggiava le Suore dicendo: “Grazie a Dio, credo che non vi sia alcuna tra voi la quale non voglia questo: vivere di Gesù, portare in sé e glorificare in sé la carità di Gesù Cristo Crocifisso. Ed io umilmente lo prego il Signore che sempre vi dia questa santa e buona volontà e che voi lo assecondiate e compiate così la vostra grande vocazione, e che vi doniate di gran cuore a Lui, e che ne portiate la carità a tutti i cuori e a tutto il mondo magnanimamente” (18 agosto 1921).
Ieri papa Francesco durante l’Udienza dedicata ai Consacrati nell’Aula di Paolo VI ha indicato di vivere con profondità tre pilastri della vita consacrata: profezia, prossimità e speranza.
“La profezia è dire alla gente che c’è una strada di felicità, di grandezza, una strada che ti riempie di gioia, che è proprio la strada di Gesù”.
“La vita consacrata mi deve portare alla vicinanza con la gente: vicinanza fisica, spirituale, conoscere la gente”.
E riguardo alla speranza ha detto: “Io domando a voi: il vostro cuore, davanti a questo calo delle vocazioni, prega con questa intensità? “La nostra Congregazione ha bisogno di figli, la nostra Congregazione ha bisogno di figlie…”.
Il Signore che è stato tanto generoso non mancherà la sua promessa. Ma dobbiamo chiederlo. Dobbiamo bussare alla porta del suo cuore”.
Oggi, chiusura dell'Anno della Vita Consacrata un gruppo di PSMC ha partecipato alla celebrazione in San Pietro, presieduta da Papa Francesco, il quale nell'omelia ha esortato con forza: "siate uomini e donne dell'Incontro", e dopo la Santa Messa, ai consacrati che stavano nella Piazza (pure noi), ha invitato a non dimenticare “la prima chiamata”, a ricordare lo stupore di quella vocazione. “Continuate – ha concluso il Papa - a lavorare e a guardare al domani con speranza, chiedendo sempre al Signore che ci mandi nuove vocazioni, così la nostra opera di consacrazione potrà andare avanti”.
Come Suore di Don Orione vogliamo prendere a cuore queste indicazioni del Papa Francesco e vivere più intensamente la nostra consacrazione nella Chiesa a favore dei più poveri.
Leggi il discorso del Papa del 1 febbraio