04 luglio
Domenica 3 luglio presso Villa Charitas si è svolta la festa della luce. Questa festa organizzata dalle Suore Sacramentine non vedenti, giunta alla 18à edizione, è ormai tradizione e motivo di ringraziamento per coloro che servono e vivono accanto a loro. La festa ha avuto due momenti: l’ascolto e condivisione di due testimonianze, la descrizione della figura di Madre Tarcisia da parte della superiora Sr. M. Grazia e la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Mario Bonati, vicario generale della Diocesi ed animata dal coro “Silentia Claustri” di Ferrera Erbognone (PV). La giornata è terminata con bel momento di fraternità ed un omaggio a tutti i presenti.
La Parola del Signore è sempre “fonte d’acqua viva” in ogni circostanza della nostra vita, non solo quando ci viene proposta durante le liturgie ma anche quando stiamo compiendo altri atti comuni come ad esempio in questa festa della luce.
Dalla liturgia odierna possiamo evincere che questa festa è una conferma di quell’”Eccomi” pronunciato dalle Suore Sacramentine nella loro totale consacrazione al Signore. Ed è anche la risposta che hanno dato nelle loro testimonianze Vittorio, volontario del Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano e Fra Ivan eremita di Sant’Alberto di Butrio chiamati a donarci un loro pensiero sulle opere di misericordia corporali e spirituali.
“Lampada per i miei passi è la tua parola e luce sul mio cammino”. È iniziata così la riflessione di don Mario Bonati che ha voluto sottolineare quando la luce interiore della fede è una risposta chiave alla nostra vita e le Suore Sacramentine ci sono di esempio. “Davanti a questa cecità e questa forza di volontà nel compiere ogni gesto quotidiano, la nostra Croce si fa più leggera perché comprendiamo che altri fratelli ne portano un peso maggiore”. E poi ha concluso riprendendo la bellissima espressione di Gesù: “Pace a voi”. Un saluto ed augurio che il Signore compie già appena risorto, ed è sempre quel Verbo fatto carne come ci dice il prologo di Giovanni che venne nel mondo per donare pace. Pertanto questa parola è rivolta a tutti perché davvero possa fruttificare in noi il germe di donare agli altri il bene e in questo totale abbandono e fiducia al Padre che un giorno vedremo e i nostri occhi lo contempleranno ci sia sostegno e forza in questa cammino terreno. A volta la nostra “cecità” verso il prossimo, ci fa sballottare qua e là come onde in preda ad una bufera, ma siamo forti perché sorretti dalla misericordia infinita di Lui che è misericordia.
Servizio fotografico di Claudia Nalin
Vedi la notizia nel sito web di santuario di Tortona
pdf Testimonianza SR. M. Grazia Scaramuzza (274.6 kB)
Fabio Mogni