22 luglio
È passato un anno della fondazione. Le aspiranti suore accompagnate da Don Orione in collaborazione con Giuseppina Valdettaro stavano già in tre case: ad Ameno, a Roma (Quartiere Appio) e a San Bernardino a Tortona (Casa madre). In quest’ultima raccoglievano lavori a domicilio, cercavano di sovvenire per quanto possibile, ai propri bisogni, mentre si prestavano per confezioni, lavaggio e rammendo di indumenti delle Case dei Figli della Divina Provvidenza, e occorrendo, provvedevano anche alla spedizione dei giornaletti o Bollettini dell’Opera della Divina Provvidenza. Erano circa una trentina.
A luglio 1916 notiamo un fatto molto importante per la nascente famiglia religiosa: per la prima volta si radunarono nei Santi Spirituali Esercizi, che terminarono il giorno di Santa Marta, 29 luglio. Trattenuto forzatamente a Roma, il Padre Fondatore invia loro in quella circostanza la prima lettera collettiva, che resta come la carta fondamentale dello spirito che deve animare le Piccole Suore Missionarie della Carità. Da notare in essa il preannuncio dei futuri sviluppi della Comunità e delle famiglie religiose che, da essa, come da ceppo centrale, sarebbero sbocciate. Il nuovo Istituto delle Suore era, in quegli anni, una piccola famiglia raccolta in una “umile casetta”. Quanta strada percorsa da allora, nel nome e per l’aiuto di Dio! Quella strada – nei suoi splendori di virtù e nelle sue tappe miliari – era illuminata e confortata dai sublimi insegnamenti e dai consigli “di viaggio”, contenuti in queste preziosissime esortazioni del Padre Fondatore, che delineava i punti fondamentali dello spirito della Congregazione femminile e ne prediceva i consolanti sviluppi nel campo attivo e contemplativo.
Molto probabilmente a quel primo Corso di Esercizi, era presente anche la Beata Madre Teresa Grillo-Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza in Alessandria. Infatti la lettera è accompagnata da queste parole: “Questa lettera, che mando per le Suore di San Bernardino, prego si legga dalla Michel, se c’è, in refettorio; - e ciò si faccia due volte”. E in altra si legge: “Se la Michel ci sarà, anch’essa faccia tutto quel po’ di bene che potrà, col divino aiuto. Il diavolo lavora sempre in queste circostanze degli Esercizi, e bisogna essere fortificati e molti a lavorare nella carità di Gesù Cristo, per inabissarlo”.
Cfr. “Don Orione e le Piccole Suore Missionarie della Carità”, p. 26.