25 febbraio
Nei giorni 17-24 Febbraio 2019 si è svolta la settimana vocazionale presso la Parrocchia Madre della Divina Provvidenza, Palermo, animata da Don Leonardo Verrilli, Suor Maria Francesca, Davide Suriano e Marialuisa Celesia.
“Costruttori di speranza!”, ecco lo slogan che ha accompagnato in questi giorni i vari incontri fatti con le classi della scuola Endofap, i gruppi sportivi, del catechismo, i giovani, i fidanzati e i cresimandi della Parrocchia. Si è dato un nome alle proprie paure condividendo alcune esperienze di vita in cui non si è fuggiti di fronte ad esse ma, aprendo il cuore verso il futuro difendendo un valore, un desiderio, qualcosa in cui si crede, si è data voce alla speranza. Anche Papa Francesco il 15 Settembre del 2018, proprio a Palermo, ha rivolto ai giovani queste parole:
“Siete chiamati a essere albe di speranza. La speranza sorgerà a Palermo, in Sicilia, in Italia, nella Chiesa a partire da voi. Voi avete nel cuore e nelle mani la possibilità di far nascere e crescere speranza. Per essere albe di speranza bisogna alzarsi ogni mattina con cuore giovane, speranzoso, lottando per non sentirsi vecchi, per non cedere alla logica dell’irredimibile, quella logica perversa – è il pessimismo – secondo cui non c’è salvezza per questa terra. No! No al fatalismo, no al pessimismo, e sì alla speranza cristiana.”
Durante l’Adorazione abbiamo dato un nome e un volto alla Speranza, infatti, ciascuno di noi fin dal battesimo è una pietra per la costruzione della Chiesa; ma la pietra che sorregge tutto è Gesù e a lui dobbiamo rimanere stretti. Solo così saremo dei testimoni e costruttori di speranza, perché senza di Lui non possiamo fare nulla. Dio ci ha scelti non perché siamo migliori di altri, ma perché diventassimo narratori della speranza, per raccontare a tutti le meraviglie che Dio fa nella nostra vita.
Come Don Orione, in occasione del terremoto del 1908 che ha colpito Messina e Reggio Calabria, anche noi siamo chiamati a rimboccarci le maniche per rianimare, confortare e donare speranza intorno a noi.
M. C.