Domenica, 04 Ottobre 2020 09:24

Presentata l’Enciclica “Fratelli tutti”: “per fugare le ombre di un mondo chiuso"

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Sulla tomba di san Francesco il Papa firma “Fratelli tutti” Sulla tomba di san Francesco il Papa firma “Fratelli tutti”

In contemporanea con il Pontefice, in ogni casa orionina nel mondo, si sta svolgendo con semplicità e in diversi modi, “La festa del Papa e con il Papa” proprio per celebrare questo nuovo grande dono che Papa Francesco ha fatto alla Chiesa.

Il Santo Padre Francesco ha da poco divulgato a tutto il mondo la sua nuova lettera enciclica Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale. Un momento al quale tutta la Famiglia carismatica orionina si è preparata da quando è stato annunciato questo nuovo dono. Don Orione, nell’accogliere questa parola di orientamento per l’umanità, direbbe: “dell’amore al Papa noi viviamo; perché sentiamo quanto esso ravviva la nostra fede, quanto allarga le nostre speranze, quanto fa divampare la nostra carità verso Dio e verso il prossimo.”

Un’Enciclica divisa in otto capitoli: Cap. 1: Le ombre di un mondo chiudo; Cap2: Un estraneo sulla strada; Cap. 3: Pensare e generare un mondo aperto; Cap. 4: Un cuore aperto al mondo intero; Cap. 5: La migliore politica; Cap. 6: Dialogo e amicizia sociale; Cap. 7: Percorsi di un nuovo incontro: Cap. 8: Le religioni al servizio della fraternità nel mondo.

Ispirato da San Francesco d’Assisi, Papa Francesco ci consegna, dunque, Fratelli tutti, proposta di una forma di vita con sapore di Vangelo che consiste nell’amare l’altro come fratello, pur se è lontano. Si tratta di un appello ad essere fraternità aperta, a riconoscere e ad amare ogni persona con un amore senza frontiere, che va incontro all’altro ed è capace di andare al di là di ogni distanza e tentazione di contesa, imposizione e sottomissione.

Fratelli tutti non è semplicemente un riassunto della dottrina sull’amore fraterno, bensì un insistere sulla sua dimensione universale. Dice il Papa che, mentre stava scrivendo l'Enciclica è apparsa la pandemia del COVID-19 che ha portato alla luce le nostre false sicurezze, ed ha fatto emergere la nostra difficoltà di agire insieme e la nostra frammentazione. Di fronte a diversi modi di eliminare o ignorare gli altri, il testo papale ci invita a reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale. Il Santo Padre desidera che in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ciascuna persona umana, possiamo far nascere fra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità.


Una breve chiave a Fratelli tutti

Le ombre di un mondo chiuso (cap. 1) si diffondono nel mondo, lasciando feriti sul ciglio della strada, che sono esclusi, scartati. Le ombre fanno affondare l'umanità nella confusione, nella solitudine e nel vuoto.

Incontriamo un estraneo sulla strada (Cap. 2), ferito. Di fronte questa realtà ci sono due atteggiamenti: proseguire o fermarsi; includerlo o escluderlo definirà il tipo di persona o di progetto politico, sociale e religioso che siamo. Dio è amore universale, e fintanto che siamo parte di quest'amore e lo condividiamo, siamo chiamati alla fratellanza universale, che è apertura. Non ci sono "altri" o "loro", ci siamo solo "noi".

Vogliamo con Dio e in Dio un mondo aperto (Cap. 3) (senza muri, senza confini, senza esclusi e senza estranei), e per questo abbiamo e vogliamo un cuore aperto (Cap. 4). Viviamo un'amicizia sociale, cerchiamo un bene morale, un'etica sociale perché sappiamo di far parte di una fraternità universale. Siamo chiamati all'incontro, alla solidarietà e alla gratuità.

Per un mondo aperto e con il cuore aperto, deve essere fatta la migliore politica (Capitolo 5). Politica per il bene comune e universale, politica per la gente e con la gente, cioè popolare, con la carità sociale che cerca la dignità umana; e che è esercitata da uomini e donne che, con amore politico, integrano l'economia in un progetto sociale, culturale e popolare.

Saper dialogare è la via per aprire il mondo e costruire l'amicizia sociale (Cap. 6); ed è la base per una migliore politica. Il dialogo rispetta, consente e cerca la verità; il dialogo fa nascere la cultura dell'incontro, vale a dire che l'incontro diventa uno stile di vita, una passione e un desiderio. Chi dialoga è gentile, riconosce e rispetta l'altro.

Ma non basta questo: bisogna affrontare la realtà delle ferite del disaccordo e stabilire e percorrere, al loro posto, vie di un rinnovato incontro. (Cap. 7) Dobbiamo rimarginare le ferite e ristabilire la pace; dobbiamo essere audaci e partire dalla verità, partire dal riconoscimento della verità storica, che è compagna inseparabile della giustizia e della misericordia, che è indispensabile per andare verso il perdono e la pace. Perdonare non significa dimenticare; il conflitto sulla strada della pace è inevitabile, ma non per questo la violenza è accettabile. Ecco perché la guerra è una risorsa inaccettabile e la pena di morte una pratica da sradicare. Le diverse religioni del mondo riconoscono l'essere umano come creatura di Dio, e in quanto creature in un rapporto di fratellanza.

Le religioni sono chiamate al servizio della fraternità nel mondo (Cap. 8). Dalla nostra apertura al Padre di tutti, riconosciamo la nostra condizione universale di fratelli. Per i cristiani, la sorgente della dignità umana e della fraternità è nel Vangelo di Gesù Cristo, da cui nascono le nostre azioni e i nostri impegni. Questo cammino di fraternità ha, per noi, anche una Madre di nome Maria. Davanti ai feriti dalle ombre di un mondo chiuso, che giacciono ai lati della strada, Papa Francesco ci chiama a fare nostro, e a realizzare, il desiderio mondiale di fratellanza, che parte dal riconoscimento che siamo fratelli tutti.

http://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals.index.html

Qui, una riflessione di Don Oreste Ferrari per una prima lettura orionina della nuova Enciclica

 

Letto 1280 volte Ultima modifica il Venerdì, 09 Ottobre 2020 11:57