Carissimi Confratelli, Consorelle
e Laici della Famiglia Carismatica Orionina
Abbiamo ricevuto con grande dolore la notizia della morte del nostro Santo Padre, Papa Francesco.
Solo poche settimane fa eravamo tutti con il fiato sospeso, incollati agli schermi per seguire gli aggiornamenti sul suo stato di salute. Sembrava che il peso della malattia potesse avere il sopravvento, e poi, quasi a sorpresa c’è stato un miglioramento inatteso: lo abbiamo visto rialzarsi, riprendere contatto con la sua gente, tornare in piazza San Pietro, a Santa Maria Maggiore, e infine affacciarsi dalla loggia pontificia per la Benedizione pasquale. Quella benedizione è stata come un ultimo dono, carico di luce e di speranza.
Poche ore dopo, il suo corpo ha ceduto. Ma il suo spirito vive, e riposa nella pace di Dio. Possiamo dirlo con certezza: ha vissuto il suo ministero di Vicario di Cristo fino all’ultimo istante, senza risparmiarsi, con la dedizione del servo buono e fedele.
Siamo tristi, ma il nostro cuore è pieno di gratitudine. Per dodici anni il Signore ci ha donato Papa Francesco. Attraverso di lui, abbiamo compreso in modo nuovo e profondo tante parole del nostro Fondatore. Non sono pochi i punti di contatto tra i loro cuori e Papa Francesco ce li ha ricordati più volte nei suoi messaggi. È stato, davvero, un Papa “orionino”: un cuore senza confini, infiammato d’amore per Dio e per l’umanità.
Ha avviato il processo di una coraggiosa riforma della Chiesa, nel solco del Concilio Vaticano II. Non ha potuto completarla, ma ha tracciato un sentiero chiaro. Spetterà al suo successore continuare quest’opera, e a noi camminare al suo fianco, con spirito di figli, come ci ha insegnato Don Orione.
Ha rimesso il Vangelo al centro della vita cristiana, soprattutto attraverso il suo Magistero ordinario. La Parola di Dio, goccia dopo goccia, è capace di scavare nel cuore dell’uomo, e lo aiuta a compromettersi per il Vangelo. Papa Francesco è stato profetico proprio perché ci ha ricordato che la Chiesa o ripartirà dal Vangelo, o si creerà una spaccatura tra la Chiesa e il popolo sempre più evidente. Don Orione, parlando dello scopo della nostra famiglia religiosa si esprimeva così: “Suo anelito è la diffusione, tra il popolo, dell’Evangelo e dell’amore al “dolce Cristo in terra”, nonché uno spirito più vivo e più grande di fraterna carità tra gli uomini, rivolto ad elevare, religiosamente e socialmente, le classi dei lavoratori, a salvare da ideologie fatali i diseredati, ad edificare ed unificare i popoli in Cristo”.
Nel suo pontificato, Francesco ha suscitato reazioni forti, come ogni vero profeta. Chi annuncia il Vangelo con coraggio, senza compromessi, incontra spesso l’incomprensione e l'opposizione, soprattutto da parte dei potenti. Lui non ha temuto di perdere popolarità o reputazione: ha parlato e agito con libertà, consapevole che il messaggio che annunciava non era suo, ma di Dio.
È stato il Papa della gente semplice, degli ultimi, degli emarginati, delle periferie del mondo e dell’anima. A loro ha dedicato parole e gesti concreti. Quante opere di carità ha promosso, quanti cristiani — e soprattutto uomini di Chiesa — ha chiamato a fare lo stesso. I suoi messaggi più forti li ha lanciati dai luoghi più piccoli e dimenticati, là dove il mondo spesso non guarda. Ha scelto la periferia come cuore del centro. Don Orione diceva a riguardo del Papa: “Nostro specialissimo compito è di farlo conoscere, di farlo amare, specialmente dal popolo e dai figli del popolo”.
Per lui, nessuno era scartato da Dio. Per tutti Cristo è morto, a tutti andava portato il suo Vangelo di amore e speranza. “Nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio”.
È stato il Papa del dialogo senza riserve, dell’incontro senza barriere. Non ha lasciato spazio a fondamentalismi né a intransigenze sterili, ma, come il padre del Figliol Prodigo, ha teso le braccia verso tutti. Ha aperto il dialogo con ogni religione, gruppo sociale, categorie di persone.
In un mondo attraversato da guerre, ha annunciato la pace. In un mondo segnato dall’egoismo, ha predicato l’apertura e l’accoglienza. In una società ossessionata dal potere, ha testimoniato umiltà e servizio. “La nostra vita e tutta la nostra Congregazione deve essere un cantico e insieme un olocausto di fraternità universale in Cristo. Vedere e sentire Cristo nell'uomo.”
Ci ha ricordato il compito che il creatore ci aveva affidato fin dall’inizio: prenderci cura del creato. Questa è la casa dove tutti viviamo e in cui tutti possono trovare ciò di cui hanno bisogno. Non è il cantiere da sfruttare per soddisfare la fame di ricchezza e comodità di pochi.
Infine Papa Francesco è stato il Papa della sinodalità. Questo è stato il suo ultimo regalo alla Chiesa. In Cristo, siamo tutti un’unica famiglia, e siamo tutti chiamati a camminare insieme, responsabilmente, prendendoci cura gli uni degli altri.
Grazie, Papa Francesco.
Ci hai guidati da profeta, ci hai spronati a camminare con coraggio in questa società smarrita. Ora intercedi per noi, perché possiamo proseguire il cammino che ci hai indicato, con passo fiducioso, senza timore.
Due parole ci portiamo dentro come tua eredità: la gioia dell’essere Cristiani, tema con cui hai iniziato il tuo pontificato, e “la speranza”, tema con il quale ci hai invitato a camminare in questo anno giubilare.
Qui in terra ci hai ispirati, ora in cielo accompagnaci e proteggici, in compagnia con la Madre Santissima e San Luigi Orione.
P. Tarcisio G. Vieira Sr. M. Alicja Kędziora
Figli della Divina Provvidenza Piccole Suore Missionarie della Carità
Rosita Dore Dina Guardini
Istituto Secolare Orionino Istituto Secolare Maria di Nazareth
Armanda Sano
Movimento Laicale Orionino
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