“A poco più di un mese di distanza dal campo di servizio al Piccolo Cottolengo di Tortona, l’invito di Suor Chiara nella sua casa è stato un annuncio di gioia: ritrovarsi intorno ad una tavola imbandita a festa, rivedersi in quei volti e sorrisi che hanno condiviso l’esperienza di farsi piccolo in mezzo ai piccoli, e rendersi conto che il ricordo è così vivo che sembra quasi essere stati insieme fino al giorno prima.
Nella nostra esperienza abbiamo sperimentato che il bene produce altro bene, e come dice Don Orione: «La carità ha fame d’azione: è un’attività che sa di eterno e di divino. La carità non può essere oziosa», per cui ci siamo adoperati per organizzare al meglio l’evento di beneficienza per le missioni nei paesi dell’Africa che si sarebbe tenuto la sera stessa. La cucina si è subito trasformata in un laboratorio di pasticceria e grazie alle fantastiche ricette di Suor Chiara e le nostre mani in pasta, abbiamo sfornato dei biscottini deliziosi. Dopo aver sistemato la sala a mo di cinema con tanto di tavolo per l’aperitivo, e preparato la liturgia per la celebrazione della messa, sono finalmente arrivati i nostri ospiti con Don Carlo.
Ci siamo recati in cappellina per iniziare la celebrazione della terza domenica dell’avvento, la domenica della Gioia, e c’è gioia pure nell’aria e nelle parole di Don Carlo: la gioia di un’attesa di un’opera di Dio, che esce dai nostri schemi, che arriva non come noi ce lo immaginiamo, che ci apre ad un'altra forma, ad un altro stile, ad un’altra strada che è quella di un Dio che ci salva, che punta a quello che conta, che è essenziale.
Con la gioia dell’attesa nel cuore, iniziamo la visione del film “Il ragazzo che catturò il vento”, che racconta la storia di William, che vive in Malawi un paese impegnato ogni giorno a lavorare la terra e a coltivare prodotti utili per il sostentamento, dove la natura fa da padrona e l’uomo deve adattarsi. Ma accanto esiste il Malawi di chi può permettersi di studiare, di chi antepone la mente a due braccia e cerca di migliorare la propria condizione. Ed è proprio quello che scelgono di far fare a William i suoi genitori, con tanti sacrifici; William, è la speranza per il villaggio e la dimostrazione che con cultura e immaginazione si può cambiare il proprio destino. Grazie al suo intuito riesce a far convergere l’impegno di tutti gli abitanti verso un unico obiettivo: portare l’acqua nei campi. Lavorare, insieme, con comprensione e collaborazione. Catturare il vento e trasformarlo in energia vitale, che ridà la forza a un popolo. Questo è il risultato dell’impegno di William e della comunità. Concludiamo la serata salutandoci con la gioiosa attesa del prossimo incontro di solidarietà e di comunione fraterna.
Martina Rocchi