12 agosto
"... la nostra tragedia non è stata presa sul serio sin dall’inizio..." questo è l'allarmante appello di mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliario di Baghdad.
Il dramma umanitario di migliaia di civili delle minoranze, specie yazida e cristiana, nel nord dell’Iraq continua. Viveri e acqua arrivano lentamente dagli aerei americani e europei sulle montagne del Sinjar dove quasi 50 bambini yazidi, secondo fonti governative, muoiono ogni giorno. Ong e chiesa locale sono in azione in Kurdistan dove migliaia di sfollati arrivano di continuo scappando dall’Isis. I guerriglieri avanzano trovando scarsa resistenza nei curdi...
L'appello che si leva difronte a tutto ciò è quello di un intervento più incisivo a livello internazionale, ma soprattutto che la situazione venga presa seriamente nella sua gravità. L'appello è quello di un intervento deciso, di non vendere più armi all'ISIS e quello di promuovere il rispetto religioso e della persona.
ASCOLTA L'INTERVENTO DI MONS. SHLEMON WARDUNI, VESCOVO AUSILIARIO DI BAGHDAD)
(fonte: news.va)
11 agosto
“La violenza non si sconfigge con altra violenza. Dona la pace, Signore, ai nostri giorni!"... il Santo Padre continua a mantenere alta l'attenzione su quanto sta accadendo in Iraq, mentre cresce l’allarme per la situazione umanitaria nel nord del paese.
Le minoranze cristiana e yazida sono in fuga dalle violenze e le persecuzione dei jihadisti dell’Isis e la pressione internazionale spinge affinchè si formi un nuovo governo di coalizione che coinvolga tutte le componenti etniche del Paese.
La situazione dei civili che si sono spinti nelle zone di montagna del nord dell'Iraq per sfuggire alle persecuzioni dei jihadisti è sempre più difficile e gli aerei militari americani stanno provvedendo a paracadutare nuovi carichi di viveri e di acqua. Il pentagono riferisce di aiuti destinati a migliaia di iracheni bloccati “sui monti Sinjar”, senza specificarne il numero preciso. Le ultime cifre stimano almeno 100mila sfollati, 20mila dei quali avrebbero trovato una via di salvezza nel Kurdistan iracheno. Nel mirino dei miliziani dello stato islamico restano gli yazidi e i cristiani, questi ultimi sono confluiti in migliaia per lo più ad Erbil, principale città Kurdistan.
Sul fronte politico resta lo stallo a Baghdad per la formazione di un governo di unità nazionale. Washington ha ribadito il pieno appoggio al presidente iracheno, Fuad Massum, che ha intimato al parlamento di nominare un premier, minacciando lo scioglimento dell’assemblea, e nei confronti del quale il premier Nuri al Maliki intende sporgere denuncia per aver violato la Costituzione. Al Maliki non intende infatti rinunciare al tentativo di formare per la terza volta un esecutivo.
(fonte: news.va)