Mercoledì, 30 Gennaio 2013 17:05

Una luce è entrata nella mia vita

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Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
“Salmo 118”, [105]

 

suor-Maria-Rosa

Sono Suor M. Rosa dello Spirito Santo, nata a Maddaloni, un grosso centro agricolo della Provincia di Caserta.

Attraverso il mio breve percorso vocazionale, voglio raccontare, come la Luce del Signore ha raggiunto e illuminato la mia vita, compiendo opere, per me meravigliose, di cui desidero parlare, per parteciparea tutti i lettori la mia gioia di vivere e la graduale riscoperta di una nuova dimensione esistenziale. Nello stesso tempo, spero che la mia esperienza possa essere di conforto e di sostegno a chi eventualmente pensa di fare una scelta simile e non trova la forzaed il coraggio necessario, per compiere il salto di qualità, che presuppone il bisogno di vivere per gli altri.
Chiedo scusa, perciò, se debbo accennare alla mia vita adolescenziale, non facile sul piano familiare e personale. A 19 anni, ho cominciato ad avvertire, prima confusamente, poi chiaramente, il desiderio di consacrarmi totalmente al Signore. Non potendo essere accolta da nessun Istituto Religioso a causa della mancanza della vista, iniziarono le prime difficoltà e nacquero i primi interrogativi, ai quali non riuscivo a dare risposte convincenti. Mi dibattevo, perciò, fra dubbi, incertezze e paure, di cui non sapevo liberarmi.
Senza propormelo deliberatamente, mi rifugiavo sempre più nella preghiera, che divenne il mio conforto e la mia unica e insostituibile ancora di salvezza. Con l’aiuto del Signore e del nostro Santo Fondatore, di cui allora ignoravo persino il nome, cominciai ad individuare il giusto percorso da seguire con perseveranza. Sostenuta dalla mia crescente fede nella Divina Provvidenza e, spinta dal mio desiderio, che giorno per giorno assumeva contorni sempre più precisi e consapevoli, decisi di scrivere a “Il Gennariello”, un periodico per l’infanzia, che mirava ad informare i ragazzi non vedenti e a favorirne la corrispondenza. Anche se la mia lettera fu puntualmente pubblicata, rimasi delusa, perché da certe risposte si intuiva che io cercavo rifugio in una Comunità di suore, non per una consapevole scelta di vita, ma per la paura di affrontare la responsabilità e i rischi di un eventuale matrimonio. Con una seconda lettera chiarii subito le motivazioni e le finalità della mia tanto desiderata scelta religiosa.
Nel frattempo, frequentavo la Parrocchia e “il cammino di Rinnovamento” e, benché avessi positivamente concluso un corso per centralinista, che mi avrebbe facilmente consentito di inserirmi nel mondo del lavoro, non mi sentivo soddisfatta e realizzata. In me cresceva, invece, un’inconscia inquietudine, un senso di insicurezza e diventavo sempre più triste, suscitando nei miei amici e familiari stupore ed incomprensione. Intanto, mi pervenne una lunga e inattesa lettera, scritta da una mia futura Consorella, la quale, informata della mia vocazione e, quindi, della ricerca di un posto, dove poterla realizzare, prese a cuore il mio caso e mi diede delle preziose indicazioni.
Quando ebbi questa lettera tra le mani, ricevetti una grande gioia, perché comprendevo che il Signore mi guidava con la sua mano provvidente e illuminava il mio cammino, aprendomi nuovi e più ampi orizzonti.
Ben presto, però, si presentò una seconda difficoltà, perché Avrei dovuto comunicare la mia scelta ai miei genitori, ma, non riuscendo a trovare il modo e il coraggio di farlo, rinviavo stupidamente il problema. Quando finalmente lo feci, fu un rifiuto, perché non compresero le motivazioni della mia scelta. Tutti i miei tentativi, per convincerli, furono naturalmente inutili e durarono sette anni, durante i quali temetti di esaurirmi e perdere del tutto la mia capacità di resistere ed insistere. Consideravo la mia difficile situazione, come una prova, di fronte alla quale mi poneva il Signore, per valutare la fermezza del mio proponimento. Un giorno, finalmente, trovai il coraggio e feci ciò, che non bisognerebbe fare mai, decidendo di scappare da casa.
Anche in questo, il Signore mi aiutò e fu grande la sua Misericordia.
Io facevo questa preghiera:
“Signore, se alcuni di quelli, che si amano, scappano, per vivere insieme, perché io, che amo te, non posso fare la stessa,cosa”?
Il buon Dio, Padre, misericordioso e previdente, mi esaudì e dopo sette anni di lotte incessanti, il 13 Maggio del 1996, potei andare via da casa, senza che nessuno si accorgesse di nulla.
Così, entrai nella mia famiglia religiosa, nella quale mi sentii accolta e seguita dalle consorelle con spirito autenticamente cristiano e fraterno. Mi colpivano e gratificavano il senso di pace ed il clima di serena collaborazione, che regnavano nella comunità. Giorno per giorno, apprezzai soprattutto l’amorevole pazienza, con la quale venivo ascoltata da tutte. Nello stesso tempo, imparai a conoscere e ad amare Don Orione, al quale ciascuna di noi deve riconoscenza, per aver offerto con ammirevole lungimiranza anche a donne non vedenti l’opportunità della scelta Religiosa, che oggi sembra del tutto normale. Senza la benemerita istituzione del ramo delle suore adoratrici non vedenti, nata in tempi molto difficili, ciascuna di noi si troverebbe in una situazione ben diversa e probabilmente sarebbe di peso per qualcuno. Così, nel migliore dei modi, incominciai il cammino, per comprendere se questa era veramente la mia strada. Volevo capire, senz’ombra di dubbio, se si trattava di un’autentica scelta di vita e non soltanto fervore superficiale e passeggero, gioia effimera e inconscio desiderio di distinguermi da altre.
Infatti con le varie tappe di formazione, ho compreso che il Signore mi chiamava a servirlo per il bene di altri ed io mi sentivo pronta a seguirlo su questa strada. Nel 2004, anno della Canonizzazione del nostro Padre Fondatore, il 24 Ottobre giornata missionaria mondiale, sostenuta dalle consorelle e personalmente convinta,ho emesso i voti definitivi nel Santuario della Madonna della Guardia. Alla suggestiva cerimonia era presente anche la mia famiglia, la quale intanto aveva compreso che la mia decisione non era un capriccio e una fuga dal mondo, ma una vera scelta di vita.
Ancora oggi, ringrazio il Signore anche per tutte le sofferenze, permesse, che, se in certi momenti mi sono sembrate eccessive, mi hanno aiutata a crescere umanamente e spiritualmente, fortificandomi nella vocazione ed aprendomi maggiormente alle esigenze e alle difficoltà degli altri. Anche per questo, oggi posso meglio comprendere chi viene a trovarsi in una situazione simile alla mia.
Posso, inoltre, affermare di sentirmi veramente felice e realizzata, poiché considero Cristo come centro della mia vita e desidero dedicare a Lui tutte le energie psicofisiche, di cui sono capace.
Oggi, sono una persona serena, perché accetto me stessa e so valorizzare anche la mancanza di vista, offrendola per tanti fratelli e sorelle, che nel cuore non hanno ancora la Luce del Signore.
Con la mia scelta di vita comunitaria, spero di corrispondere al progetto d’amore, che Dio ha su di ognuna di noi e di contribuire attivamente alla crescita della nostra famiglia, imparando a sostenere nella fede i fratelli dubbiosi e ad alleviare il peso delle loro sofferenze. Mi auguro di non venire mai meno alla promessa, fatta al Signore e a San Luigi Orione e di non deludere le aspettative delle superiore e delle consorelle, che ripongono in me la massima fiducia. Con la preghiera quotidiana, elevata individualmente e in gruppo, intendo magnificare la bontà e la maestosità del Signore, ringraziare di quanto abbiamo, anche senza saperlo e chiedere ciò, di cui noi e i nostri fratelli manchiamo e di cui abbiamo bisogno. Come San Lluigi Orione, desidero invocare per noi e per gli altri anche la forza di sopportare il peso ed il disagio della malattia, della miseria, della privazione, delle ingiustizie subite e delle proprie debolezze, per portare con serenità la propria croce, senza lamentarsi e piangersi addosso.
Chi vive interiormente e desidera testimoniare il messaggio evangelico, deve cercare di essere di esempio per gli altri e seguire le orme di Gesù, sorgente di luce e fonte di incommensurabile bontà.
In conclusione, mi piace ricordare quanto diceva Madre M. Tarcisia dell’Incarnazione, nostra prima Superiora non vedente, voluta dal nostro fondatore:
“L’Adoratrice dal suo inginocchiatoio può raggiungere tutti i punti della terra”.
Ecco, la quotidianità nascosta e feconda dell’Adorazione, la Carità della Preghiera che non ha confine, la potenzialità ed efficacia Apostolica, l’Universalità della Missionarietà,; è questa la mia vita: “una donazione totale e un’offerta d’amore, per essere nel cuore della Chiesa testimonianza della bontà di Dio e lampada che brilla per il bene di tutta l’umanità.
Anch’io come Maria voglio innalzare il mio Magnificat al Signore esclamando:

“l’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore,
grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il Suo nome”.

Suor M. Rosa dello Spirito Santo

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