Un sottotitolo a questo potrebbe essere “La prima superiora degli orionini in Kenya”. Ecco perché. Ritorniamo a metà degli anni ’80, a Buntingford, in Inghilterra, una cittadina sulla strada statale A 10 che porta da Londra a Cambridge. Lì, la Congregazione aveva acquistato nel 1975 un ex convento per ospitare le più anziane ragazze portatrici di handicap della nostra Colombo House di Londra. Una quindicina. La giovane Catherine, proveniente da Wigan, vicino a Liverpool, era entrata a far parte del personale. Proveniva da una buona famiglia cattolica e forse aveva già conosciuto qualche cosa degli orionini che da alcuni anni avevano aperto un’opera nella vicina UpHolland. A Buntingford, dal 1978 ci era stata affidata anche la parrocchia, e io ne fui il parroco, da quell’anno fino al 1989. Così ci conoscemmo. Catherine era una ragazza, buona, gioviale, sempre positiva, solare, si direbbe oggi, ma coi piedi per terra: la sua stessa presenza irradiava pace, serenità e impegno. Impegno, lavoro, generosità, spirito di sacrificio, altre caratteristiche che hanno marcato la sua vita.
Così non mi meravigliai più di tanto, quando un giorno, Don Paolo Bidone, incaricato dell’opera, che visitava da Londra almeno una volta al mese, mi confidò. “Sai, Catherine vorrebbe entrare tra le nostre suore...”
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