Il desiderio di Don Orione che il ramo femminile delle Piccole Suore Missionarie della Carità arrivasse anche in Brasile venne esplicitato in una sua lettera del 20 agosto 1920.
Un giorno, passando da Rio de Janeiro, Don Orione salì al Corovado e, ai piedi del Cristo Redentore, rivolse la sua benedizione a tutto il popolo brasiliano e fece una promessa: “Quello che non ho fatto per il Brasile durante la vita, lo farò dal cielo."
A favorire il compimento di tale promessa, fu l'esplosione demografica degli anni '40-'50, che causò la rapida crescita della popolazione urbana, rendendo il Brasile un paese sempre meno rurale. Questo provocò enormi disuguaglianze sociali e grandi movimenti di popolazione, con il conseguente aumento della disoccupazione e della povertà.
In tale clima la Chiesa, guidata da Mons. Hélder Câmara, si pose alla testa della lotta alle ingiustizie sociali; e nel 1948, Madre Maria Francesca da Paola, seconda Superiora generale, passando per il Brasile, percepì la necessità della presenza delle suore in quella terra, e di lavorare in quel determinato contesto sociale in collaborazione con i Figli della Divina Provvidenza.
Gli inizi della presenza delle PSMC...
L’anno seguente, il 23 marzo 1949, giunsero in Brasile le prime Piccole Suore Missionarie della Carità provenienti dall'Argentina: Sr. M. Adriana Cavallin e Sr. M. Cornelia Ossi (italiane), Sr. M. Leonia Delfina Gimenez (uruguayana). Esse formarono una comunità nel “Lar dos Meninos”, a Belo Horizonte/MG, dove dal 1948 erano già presenti i Figli della Divina Provvidenza.
Nell'aprile del 1949 arrivarono le due prime vocazioni locali: Anastácia da Silva Campos Santos e Irene Carvalho.
Il 12 settembre 1953 iniziò la missione delle Piccole Suore Missionarie della Carità nel Nord del Brasile a Tocantinopolis-Goiás, oggi Tocantins, con Sr. M. Clotilde Angeleri, Sr. M. Afra Menegatti, Sr. M. Leônia e Sr. M. Teofana Tarini.
In questa missione le suore hanno fatto esperienza della prima comunità cristiana; tutte avevano “un solo cuore e un’anima sola” (Atti 4,32). Condividevano tutto, sia materialmente, sia che spiritualmente. La comunione ha costituito il principale segreto per superare le difficoltà della missione tocantinense. Camminando e progettando insieme la comunità faceva grandi progressi. Nell’unione con Dio e con i fratelli trovavano le energie per essere felici e fare felici gli altri.
Oggi….
CEDO - A partire dagli anni 80 gli internati per bambini e bambine non rispondevano più alle esigenze vigenti. Dopo un'accurata analisi ambientale, tenendo conto della situazione sociale, culturale e religiosa degli abitanti e delle regioni in cui esistevano internati, sorsero “os CEDOs” (Centro Educativo Don Orione) con la particolare caratteristica di collaborare per lo sviluppo integrale della persona secondo lo stile pedagogico voluto da Don Orione, in sintonia con quanto richiesto dalla Chiesa.
I beneficiari dei CEDO sono bambini e adolescenti, figli di disoccupati, alcolizzati, ragazze madri e famiglie disagiate. Le principali attività che vi si svolgono, oltre all'orientamento scolastico, sono: educazione fisica, artigianato, musica, formazione religiosa, danza, pittura e teatro.
Nuove povertà - I grandi cambiamenti avvenuti in Brasile negli ultimi anni hanno interferito con il quadro socio, politico, economico ed ecclesiale contribuendo al sorgere di nuove forme di povertà. Come risposta le Piccole Suore Missionarie della Carità, specialmente coloro che lavorano in zone di missione, sono interpellate dalla Chiesa a dare risposte nuove in conformità con le diverse realtà in cui operano.
Tre sono i principali ambiti di pastorale in cui operano le suore orionine: la Pastorale dei Bambini (Pastoral da Criança) creata nel 1983, la Pastorale della Sobrietà creata nel 1998 per rispondere al flagello della dipendenza chimica. Queste Pastorali, chiamate Pastorali Sociali, rispondono alle necessità delle persone in situazione di disagio, andando a lavorare sulla causa.
Altro ambito di lavoro è la Pastorale carceraria, il cui principale obiettivo è l'evangelizzazione, attraverso la presenza umana e cristiana nel tessuto carcerario, coinvolgendo la Chiesa e la socieltà locale.
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