MADRE MARIA ALICJA
(Alicja Kędziora)
Provincia Religiosa di appartenenza:
"Mater Dei" (Italia - Spagna)
Madre Maria Alicja Kędziora è nata in Polonia a Konin il 15 ottobre del 1964.
È entrata in Congregazione il 12 ottobre 1984 ed ha emesso i Primi Voti il 15 agosto 1987 e i Voti Perpetui il 16 luglio 1992. È attualmente incardinata nella Provincia della Piccole Suore Missionarie della Carità “Mater Dei” (Italia - Spagna).
Nel 1990 si è diplomata Infermiera Professionale a Varsavia. In Polonia ha frequentato la facoltà di Teologia e Filosofia che ha continuato dal 1996 in Italia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ottenendo la Licenza in Teologia con specializzazione in Spiritualità sostenendo la tesi: “Come stracci”. L’obbedienza sacrificale nella spiritualità di Don Orione.
Al ritorno in Polonia è stata nominata Formatrice delle Novizie e ha fatto parte del Consiglio provinciale della Provincia “N. S. di Częstochowa" (Polonia – Italia – Ucraina).
È stata Consigliera generale per due sessenni dal 2005 al 2017, responsabile nel primo sessennio della Pastorale Giovanile Vocazionale e degli Studi orionini e, nel secondo, anche dell'Ufficio di Comunicazione.
Dal 2018 al 2023, ha rivestito l’incarico di Superiora della Casa generale di Roma. È membro dei Gruppi Studi Orionini e in questi anni ha offerto il suo servizio come guida all’Itinerario carismatico “Sui passi di Don Orione” per le consorelle giubilande a Tortona e dintorni, e come storica della Congregazione, approfondendo lo studio del Carisma e intervenendo in molte manifestazioni storico-culturali. Ha, inoltre, collaborato nella redazione e pubblicazione di varie opere metodologiche e storiche della Congregazione e di altre Associazioni orionine, realizzate in questi anni.
Il 22 maggio 2023 durante il XIII Capitolo Generale le viene affidato l'incarico di Superiora generale.
Il terremoto di Reggio Calabria e Messina nel 1908, il terremoto di Avezzano nel 1915 e la prima guerra mondiale sono eventi che offrirono nella loro tragicità un ambito naturale all'esercizio dell'apostolato di Don Orione teso a “piegarsi con caritatevole dolcezza alla comprensione dei piccoli e dei poveri”, a sollevare, confortare, aiutare chi è povero e abbandonato, a fare del bene sempre.
La necessità di affrontare tali eventi richiese alla missione di carità di don Orione un potenziamento ed una specificità tutta al “femminile” per poter offrire dei cuori di madre, donne di una forte tempra, colme di amore di Dio e dei fratelli.
In questo intreccio tra fede, come risposta all’amore di Dio, e carità, come vita nella fede, iniziò il 29 giugno 1915 (ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo e festa del Papa) a Tortona, nella preghiera e nella povertà, la famiglia religiosa delle Piccole Suore Missionarie della Carità chiamate a vivere “al femminile” le stesse finalità del ramo maschile della Piccola Opera della Divina Provvidenza (PODP).
ll 15 giugno del 1915, scrivendo a don Sterpi, don Orione si raccomandava di preparare a San Bernardino “una vera casa, con vera intonazione semplice e religiosa”. Seguendo le disposizioni ricevute, don Sterpi benedisse la Cappella della Casetta di San Bernardino a Tortona e vi celebrò la Santa Messa alla presenza della sig.na Valdettaro, dei fratelli Michele e Caterina Volpini, aspirante della nuova famiglia religiosa, e del chierico Fiori.
Il giorno successivo don Sterpi, la sig.na Valdettaro, i fratelli Volpini e Giovannino, il portinaio del Paterno, partirono per Ameno e nella casa donata dalla Contessa Agazzini, con la massima semplicità, si diede inizio alla Casa di Riposo di Ameno e alla missione delle Piccole Suore Missionarie della Carità.
La Casa di San Bernardino divenne la Casa Madre delle Suore e accolse negli anni tante giovani desiderose di intraprendere, assieme a don Orione, l’avventura della missione di carità.
Sei mesi dopo, le future PSMC vennero chiamate a prestare la loro opera a Roma: "(…) ho pensato in Domino di far venire qui due delle nostre suore di San Bernardino, subito. Così pianterebbero molto da stracci e sotto la protezione dell’Immacolata, le loro tende a Roma, presso i Beati apostoli Pietro e Paolo. Per ora terranno la cucina, come fanno le nostre in Collegio a Tortona (…) In questi giorni si apriranno le Cucine Economiche, per dare aiuto alle famiglie povere del Quartiere (…)
L'anno successivo, la Congregazione venne consacrata al Sacro Cuore, che don Orione stesso raccontò di aver ascoltato all’ingresso della casetta di San Bernardino pronunciare queste parole: “Di qui uscirà la mia misericordia e la mia gloria”... In pochi anni l'attività delle PSMC si diffuse in tutta I’Italia, in Polonia e in America. “Il Sacro Cuore disse che da questa casa si sarebbe diffusa la misericordia e la gloria di Dio in tutto il mondo: Il Signore si serve degli stracci per fare cose grandi; il Signore si serve del niente per confondere il molto. Ad ogni modo noi stiamo umili. Noi non intendiamo che cosa volesse dire il Signore: certo che voleva dire cose grandi…”
Nel luglio 1917 fu aperto l’asilo infantile di San Bernardino. Il 16 luglio, festa della Madonna del Carmine, don Orione affermò ”Sento che la Madonna vuole qualcosa da voi: adesso siete qui un piccolo numero, raccolte nel silenzio e nella preghiera, ed è proprio quello che fa bisogno per formarvi alla vita religiosa. Ma non è solo questo lo scopo dell’Opera. Bisognerà, quindi, che vi muoviate, che vi diate un po’ d’attorno, a raccogliere i bambini che sono in giro per le strade, a cercarli anche per le famiglie, per far loro un po’ di bene. Verranno poi anche gli ammalati; andrete nei lebbrosari, vestirete diversi abiti, di grigio, di bianco, di nero, anche con il cappello. Si, voi, per fare del bene dovete essere disposte a tutto, anche a smettere l’abito, se occorre”. Il 26 luglio dello stesso anno, festa di sant’Anna, Don Orione benediceva lo stanzone sopra la chiesetta del convento di San Bernardino, riempendosi in poche ore di oltre settanta bambini ai quali, nell’indigenza più estrema, si offriva anche un po’ di cibo, di cui le stesse suore si privavano.
Il cuore di padre e fondatore di don Orione si rivelò in molte occasioni, ma soprattutto indirizzò, sostenne e incoraggiò le suore verso quella “intuizione” e centralità cristologica alla base del suo “progetto carismatico”: instaurare omnia in Cristo, in ecclesiae, in charitate.
L'attuale Provincia religiosa italiana “Mater Dei" è nata il 10 ottobre 1991 dalla fusione della Provincia Nostra Signora della Guardia e Nostra Signora del Divino Amore. Al momento della sua creazione, la Provincia comprendeva anche la Spagna e, dal 1995, la comunità "N. S. del Buon Consiglio" per le Suore Sacramentine non vedenti ad Elbasan in Albania, successivamente ceduta in comodato alla diocesi di Elbasan.
Nel 1999 in Romania è stata aperta la comunità "Maria, Mama Iubiri", in collaborazione con i Figli della DIvina Provvidenza, nel Piccolo Cottolengo di Bucarest, ritirata nel 2014, e nel 2002 la comunità "Maria, Mama Sperantei" dalla quale è stata temporaneamente ritirata la comunità religiosa.
Oggi...
Agli inizi della fondazione non c'era opera, casa di formazione, parrocchia o missione dei Figli della Divina Provvidenza in cui mancasse la presenza delle Suore, così come coluto da Don Orione. Di conseguenza la natura delle opere erano di carattere assistenziale e infermieristico (disabili, orfani, anziani), educativo (scuole materne e ricreatori), servizi generali (cucina, lavanderia, guardaroba), ecclesiale (catechismo, visita alle famiglie).
Negli anni la graduale diminuzione numerico e di presenza nelle varie realtà dei FDP per scarsità di vocazioni, per limiti oggettivi e soggettivi, ha favorito un nuova complementarietà nel carisma orionino: dalla condivisione della missione concreta nelle opere si è arrivati ad una comunione profonda dell'unità del carisma orionino.
Attualmente la natura delle opere realizzate dalle PSMC in Italia risponde alle povertà in collaborazione con i laici: accoglienza di neonati a Genova a difesa della vita, apertura di comunità per minori e per mamma-bambino, accoglienza di donne sottratte allo sfruttamento e alla "tratta", evangelizzazione.
Lacalità delle PSMC in ITALIA |
LOCALITA' | |||
1 |
Casa di riposo "Sant'Antonio"Prima casa aperta da Don Orione nel 1915. Oggi ospita 75 anziani. |
Ameno | ||
2 | Istituto "Don Orione" prima casa aperta da Don Orione nel 1915. | Anzio | ||
3 |
Istituto "Casa Serena" |
Bellocchi di Fano (PU) | ||
4 | Casa di Accoglienza " Mamma Carolina" Aperta nel 1946, attualmente ospita mamme e bambini in difficoltà, inviati dal Tribunale dei minori. |
Castelnuovo Scrivia (AL) | ||
5 |
Comunità alloggio "Madonna dei poveri" |
Cusano Milanino (MI) | ||
6 |
Piccolo Cottolengo Don Orione di Paverano |
Genova | ||
7 |
Casa per ferie "Madonna della Salute" |
Genova | ||
8 |
Casa Lavoro e preghiera di Padre Messina |
Villagrazia - Palermo | ||
9 |
|
Foro Italico Palermo | ||
10 | Comunitatea "Maria, Mama Sperantei" Aperta nel 2002, è momentaneamente chiusa. |
Bìra - Romania | ||
11 | Casa di riposo "San Giuseppe" Aperta nel 1917, oggi ospita 75 anziani e la comunità religiosa collabora attivamente con la parrocchia e la diocesi. |
San Sebastiano Curone (AL) | ||
12 | Casa Madre delle Piccole Suore Missionarie della Carità Aperta nel 1915, ospita numerose suore anziane. |
Tortona | ||
13 | Piccolo Cottolengo Don Orione Aperto nel 1943, ospita circa 40 bambini con gravissime disabilità. |
Tortona | ||
14 | Casa N.S del SS. Sacramento (Villa Charitas) Aperta nel 1933, attualmente ospita la comunità delle suore adoratrici non vedenti. |
Tortona | ||
15 | Casa Provinciale Aperta nel 1957, ospita le consorelle del Consiglio Provinciale della Provincia Mater Dei. |
Roma | ||
16 | Scuola d'infanzia "S. Cuore" Aperta nel 1979. In collaborazione con dei laici orionini ospita circa 70 bambini. |
Tortona | ||
17 | Scuola dell'infanzia "San Francesco da Paola" Aperta nel 1919. In collaborazione con una cooperativa ospita circa 100 bambini. |
Reggio Calabria | ||
18 | Piccolo Cottolengo "Don Orione" Da diversi anni è affidato alle consorelle della Provincia " N.S. di Czestochowa" della Polonia. |
Santa Maria La Longa (UD) | ||
19 | Piccolo Cottolengo Don Orione Da diversi anni è affidato alle consorelle della Delegazione "Regina della Pace" del Madagascar. |
Milano |
04 giugno |
XI Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) "Ciò che noi abbiamo contemplato... vi annunziamo" |
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26 maggio |
X Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) Eletto il nuovo Consiglio Generale |
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25 maggio |
IX Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) Sr Maria Mabel Spagnuolo eletta nuova Superiora Generale delle PSMC |
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19 maggio |
VIII Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) Verso un nuovo stile di vita |
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18 maggio |
VII Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) Ultima giornata di partecipazioni degli invitati della famiglia orionina |
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17 maggio |
VI Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) Esperienza spirituale per essere partecipi del carisma di Don Orione |
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15 maggio |
V Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) Una possibile chiave di lettura del nostro tempo |
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13 maggio |
IV Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) Si è aperta la terza fase dell'XI Capitolo generale |
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12 maggio |
III Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) Conclusione dei lavori della fase introduttiva del Capitolo |
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12 maggio |
II Comunicato dell'XI CAPITOLO - PSMC (Don Orione) Fase introduttiva del Capitolo |
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8 maggio |
I Comunicato dell'XI CAPITOLO – PSMC (Don Orione) Si è aperta la fase iniziale dell'XI Capitolo Generale |
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6 maggio |
Comunicato fase previa XI CAPITOLO – PSMC (Don Orione) “Instaurare omnia in Christo” Identità – comunione – missione |
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Oltre ad essere il centro della Congregazione dove si elaborano le linee direttive a livello generale, è anche un luogo che accoglie suore provenienti da diverse nazioni per studi teologici ed universitari. Una particolare attenzione è rivolta agli anziani e malati che vivono nella zona, grazie ad alcune consorelle che li assistono con semplicità e competenza, dal punto di vista spirituale ed infermieristico.
L’apostolato realizzato si svolge attraverso la partecipazione attiva delle suore in Parrocchia, collaborando all’animazione della liturgia Eucaristica della domenica e partecipando alla Equipe Parrocchiale Vocazionale. La casa è aperta ai gruppi della Parrocchia per la realizzazione di incontri, all’accoglienza e all’ascolto delle persone bisognose.
CASA GENERALE
Via Monte Acero, 5
00141 Roma (RM)
Tel. 06/86800328 – 06/86800372 – 06/86800336 – 06/86800683
Fax. 06/86800330
Suor Maria Mabel Spagnuolo
Superiora Generale
Suor Maria Sylwia Zagorowska
Vicaria Generale
Incaricata della Formazione Iniziale e Permanente, accompagnamento delle Suore Sacramentine e Contemplative e dei Giubilei di vita religiosa.
Suor Maria Irma Rabasa
Consigliera Generale
Incaricata delle missioni ed ecumenismo e dei Gruppi Studi Orionini.
Suor Maria Francoise Ravaoarisoa
Consigliera e Segretaria generale
Incaricata dell'Archivio Storico, del Cammino di Rinnovamento e opere/servizi.
Suor Maria Rosa Delgado Rocha
Consigliera Generale
Incaricata della Pastorale Giovanile Vocazionale, dell'Ufficio di comunicazione e punto di riferimento per per le relazioni con l'Istituto Secolare Orionino (ISO).
Suor Maria Jozefa Kalinowska
Consigliera ed Economa Generale
Incaricata del Movimento Laicale Orionino (MLO) e dei Gruppi e associazioni vincolati al Consiglio Generale PSMC.
MADRE MARIA ALICJA
(Alicja Kędziora)
Provincia Religiosa di appartenenza:
"Mater Dei" (Italia - Spagna)
Madre Maria Alicja Kędziora è nata in Polonia a Konin il 15 ottobre del 1964.
È entrata in Congregazione il 12 ottobre 1984 ed ha emesso i Primi Voti il 15 agosto 1987 e i Voti Perpetui il 16 luglio 1992. È attualmente incardinata nella Provincia della Piccole Suore Missionarie della Carità “Mater Dei” (Italia - Spagna).
Nel 1990 si è diplomata Infermiera Professionale a Varsavia. In Polonia ha frequentato la facoltà di Teologia e Filosofia che ha continuato dal 1996 in Italia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ottenendo la Licenza in Teologia con specializzazione in Spiritualità sostenendo la tesi: “Come stracci”. L’obbedienza sacrificale nella spiritualità di Don Orione.
Al ritorno in Polonia è stata nominata Formatrice delle Novizie e ha fatto parte del Consiglio provinciale della Provincia “N. S. di Częstochowa" (Polonia – Italia – Ucraina).
È stata Consigliera generale per due sessenni dal 2005 al 2017, responsabile nel primo sessennio della Pastorale Giovanile Vocazionale e degli Studi orionini e, nel secondo, anche dell'Ufficio di Comunicazione.
Dal 2018 al 2023, ha rivestito l’incarico di Superiora della Casa generale di Roma. È membro dei Gruppi Studi Orionini e in questi anni ha offerto il suo servizio come guida all’Itinerario carismatico “Sui passi di Don Orione” per le consorelle giubilande a Tortona e dintorni, e come storica della Congregazione, approfondendo lo studio del Carisma e intervenendo in molte manifestazioni storico-culturali. Ha, inoltre, collaborato nella redazione e pubblicazione di varie opere metodologiche e storiche della Congregazione e di altre Associazioni orionine, realizzate in questi anni.
Il 22 maggio 2023 durante il XIII Capitolo Generale le viene affidato l'incarico di Superiora generale.
MADRE MARIA MABEL
(Mabel Spagnuolo)
Provincia Religiosa di appartenenza :
"Mater Dei" (Italia - Spagna)
Nata a Buenos Aires, Argentina, il 1° novembre 1958.
Entrata nella Congregazione delle PSMC a Buenos Aires, l’8 dicembre 1978, fatta la Prima professione il 2 febbraio 1982 e la Professione perpetua il 2 febbraio 1987.
Prima di entrare in Congregazione ha completato gli studi di ragioneria nel 1976, contemporaneamente ha ottenuto il diploma di Professoressa di musica, con specializzazione in pianoforte e chitarra al Conservatorio Normale Argentino di Buenos Aires nel 1977 e ha frequentato la scuola di danza classica fino al 1978.
Già in Congregazione ha frequentato, dal 1980 al 1984, gli studi didattici di filosofia, teologia ed ecclesiologia al Seminario catechistico arcidiocesano “Maria Ausiliatrice” ottenendo il titolo di specialità in catechesi di bambini, giovani e adulti. Ha seguito gli studi di pedagogia ottenendo il titolo di Professoressa per l’insegnamento primario con specializzazione adulti nel 1987.
Oltre alla lingua d’origine (spagnolo) e la lingua italiana, ha conoscenza basica della lingua portoghese, inglese e polacca.
In Congregazione le sono state affidate, fin dai primi anni, attività nell’area dell’apostolato educativo, come assistente, come insegnante, catechista e direttrice di scuola. Dal 1993 al 1999 è stata Consigliera e segretaria provinciale nella Provincia N. S. di Lujàn (Argentina), incaricata della Pastorale giovanile vocazionale e membro dell’équipe generale del Cammino di rinnovamento. Durante i Capitoli generali del 1999 e del 2005 ha svolto il servizio come Vicaria generale e incaricata del Cammino di rinnovamento e della Formazione permanente della Congregazione.
Il 25 maggio 2011, durante l’XI Capitolo generale le è stato affidato il servizio di Superiora generale delle PSMC.
Madre Maria Mabel Spagnuolo viene confermata Superiora generale per il sessennio 2017 - 2023, il 20 maggio 2017 dal XII Capitolo Generale.
MADRE MARIA IRENE
(Giustina Bizzotto)
Provincia Religiosa di appartenenza: Mater Dei
E’ nata a Ros (Vicenza) il 27 ottobre 1943.
E’ stata battezzata il 7 novembre 1943 presso la Parrocchia S. Anna (Diocesi di Vicenza) e ha ricevuto il sacramento della Cresima il 6 maggio 1951.
E’ entrata in Congregazione il 17 settembre 1961 e ha fatto il noviziato dal 15 agosto 1962 al 15 agosto 1964, giorno in cui ha emesso la Prima Professione a Tortona.
Ha emesso la Professione Perpetua il 15 agosto 1969 a Tortona.
E’ stata eletta Superiora Generale delle PSMC nel corso del X° Capitolo Generale nel 2005.
MADRE MARIA ORTENSIA
(Anna Turati)
Provincia Religiosa di appartenenza: Mater Dei
Nata il 26 luglio 1931 a Inverigo (Como), entrò in Congregazione il 7 ottobre 1958 e fece il Noviziato dal 14 agosto 1959 al 15 agosto 1961, giorno in cui emise la Prima Professione. Emise la Professione Perpetua il 15 agosto 1966.
E' morta a Tortona il 16 marzo 2020.
Ha lavorato come assistente nel Piccolo Cottolengo “Don Orione” di Milano e dal 1975 al 1978 è stata Superiora nel Piccolo Cottolengo “Don Orione” – Paverano di Genova. Dal 1978 al 1987 è stata Superiora provinciale in Cile, e Consigliera generale da 1987 a 1993.
Dal 1993 al 2005 ha assunto la carica di Superiora generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Nel corso del suo mandato ha dato continuità all’apertura missionaria in Costa D’Avorio e nelle Filippine, ha promosso la costituzione della Delegazione in Madagascar, ha incrementato la formazione, specialmente quella iniziale, in modo da creare un’unità di criteri in tutto l’Istituto.
Ha favorito la comunione fra FDP e PSMC attraverso diverse iniziative: incontri annuali tra i Consigli generali, incontri di formazione, Movimento Laicale Orionino, partecipazioni nei Segretariati dei FDP.
MADRE MARIA ELISA
(Elisa Armendariz)
Provincia Religiosa di appartenenza: Mater Dei
Nata il 5 aprile 1936 in Argentina, entrò in Congregazione il 10 febbraio del 1958.
Fece il noviziato il noviziato dal 15 agosto 1959 al 15 agosto 1961, giorno in cui emise la Prima Professione. Emise la Professione Perpetua il 15 agosto del 1966.
E' morta a Tortona il 7 maggio del 2018.
Ha prestato servizio in diverse comunità in Argentina, in Italia, in Cile e Spagna, dedicandosi in modo particolare alla formazione.
Dopo aver assunto la carica di Delegata regionale in Spagna e Cile, è stata eletta Consigliera Generale nel corso del V° Capitolo Generale (1975) e ha ricoperto la carica di Superiora Generale delle PSMC per due sessenni dal 1981 al 1987 e dal 1987 al 1993.
Nel corso del suo mandato come Superiora Generale ha avviato con audacia il CAMMINO DI RINNOVAMENTO seguendo la linea ecclesiale per il futuro, ha favorito gli incontri interprovinciali annuali dei consigli generali e provinciali.
Nel 1988 ha promosso l’apertura della nuova missione in Madagascar.
MADRE MARIA CATERINA
(Preto Maria)
Provincia di appartenenza: Mater Dei
Nata a Valdagno (Vicenza) il 9 aprile 1923, fu battezzata il 15 aprile dello stesso anno a Novale (Diocesi di Vicenza) presso la parrocchia S. Paolo Apostolo.
Ricevette il sacramento della cresima il 30 novembre 1930 nella Parrocchia S. Clemente a Valdagno (VI).
Entrò in congregazione il 13 maggio 1947 e fece il noviziato dal 15 agosto 1948 al 15 agosto 1949, giorno in cui emise la Prima Professione presso Casa Madre a Tortona.
Fece la Professione Perpetua il 15agosto 1957 a Tortona.
E’ morta a Tortona il 16 dicembre 2003.
La sua entrata in Congregazione avvenne all’età di 23 anni dopo una lunga e precoce esperienza lavorativa in fabbrica. Da questa scuola e dalla famiglia di origine apprese i valori umani e religiosi che hanno fatto di lei una vera e fedele figlia di Dio nel carisma orionino.
Nella sua lunga esperienza come formatrice delle Postulanti e delle novizie, come Superiora generale, che fu chiamata a ricoprire per due sessenni dal 1969 al 1975 e dal 1975 al 1981, e come Vicaria generale ha saputo trasmettere il suo amore alla Chiesa e alla Famiglia religiosa.
Visse in prima persona il rinnovamento del Concilio Vaticano II e fu una “pioniera” nell’approfondire i Documenti emanati, traducendoli in vita e trasmettendoli con passione ed entusiasmo ai giovani, nella Formazione iniziale, e a tutte le consorelle, nella Formazione permanente.
Fu pioniera nell’apertura missionaria dell’Istituto in Africa, rispondendo alla chiamata della Chiesa, e promosse la realizzazione della presenza delle PSMC in Capo Verde e Kenya (1979).
MADRE MARIA VOLUNTAS DEI
(Maria Rosa Crespan)
Nata a Villorba (TV) il 30 agosto 1900, fu battezzata nella Parrocchia Natività di Maria Santissima a Fontane (TV) (diocesi di Treviso) il 2 settembre dello stesso anno.
Entrò in Congregazione il 30 ottobre 1928 e fece il Noviziato dal 4 ottobre 1931 al 5 ottobre 1932, giorno in cui emise la Prima Professione a Tortona.
Fece la professione perpetua l’8 dicembre 1945 a Tortona.
E’ morta a Tortona il 16 agosto 1991.
Il nome che il Padre Fondatore le affidò espresse pienamente il programma della sua vita. Fin dall’inizio fu una religiosa retta semplice, osservante della regola, amante della preghiera; ciò le fece conquistare la fiducia delle sue superiore. Ancora Juniora, nel 1939 fu nominata Superiora locale a cuneo, nel 1941 Vicaria generale a Casa Madre, durante l’assenza per malattia di Madre Maria Pazienza. Durante gli anni della seconda guerra mondiale, fu Superiora locale a Napoli e a San Sebastiano Curone. Nel 1947 le fu affidata la responsabilità di Superiora regionale in Argentina e nel 1957, anno dell’approvazione delle Costituzioni, fu nominata Superiora generale delle PSMC. Nel 1963, nel corso del III° Capitolo Generale, fu riconfermata alla guida della Congregazione e si adoperò per erigere le sei Province a norma delle Costituzioni e a preparare il Capitolo Generale speciale del 1969.
Durante il suo mandato come Superiora Generale visse in prima persona la gioia di vedere approvata, il 2 aprile 1965, la Congregazione a Diritto Pontificio, con le sue Costituzioni.
MADRE MARIA FRANCESCA DA PAOLA
(Rosa Cecchetti)
Nata a Grottaferrata (Roma) il 20 marzo 1896, fu battezzata presso la Parrocchia S.M. di Grottaferrata (Diocesi di Roma) il 2 aprile dello stesso anno.
Ricevette il sacramento della Cresima il 18 ottobre 1903.
Entro in Congregazione l’8 luglio 1919; emise la prima professione il 25 dicembre 1929 a Casa Madre (Tortona) e quella perpetua l’8 dicembre 1945
E’ morta a Tortona il 26 novembre 1960.
Fu la 2^ superiora generale della Congregazione delle PSMC e ricoprì tale carica dal 1942 al 1957, e quando morì nel 1960 svolgeva la carica di Vicaria generale.
Si aggregò alle PSMC con entusiasmo al primo drappello di anime generose che Don Orione aveva suscitato, affinché in collaborazione che i Figli della Divina Provvidenza servisse i poveri più poveri raccolti nelle Case della Piccola Opera.
Fu lo stesso Don Orione nel 1919 ad accettarla, predicendo che sarebbe divenuta Superiora Generale, e a riceverne i primi voti; e fu sempre lui a chiamarla ad incarichi di responsabilità.
Suor Maria Francesca fu devotissima verso Don Orione, nel quale intravide la luce di Dio che segnava l’Opera alla quale bisognava donarsi nell’esercizio della carità per i più poveri, i più umili, per gli orfani, i sofferenti, per gli abbandonati, in una dedizione piena.
Dopo quindici anni di governo della Congregazione basato sulla bontà e la maternità spirituale, sua grande soddisfazione fu l’ottenimento nel 1957 dell’approvazione Pontificia delle PSMC: il Decretum Laudis.
MADRE MARIA PAZIENZA
(Sebastiana Tersigni)
Nata a Roma il 5 gennaio 1884, fu battezzata nella Parrocchia S. Martino ai Monti (Roma) il 5 gennaio dello stesso anno.
Ricevette il sacramento della Cresima ad Acuto, diocesi di Firenze il 23 settembre 1988.
Entrò in congregazione il 27 dicembre 1918 e fu in Noviziato dal 8 dicembre 1923 al 29 luglio del 1927, giorno in cui emise la sua prima professione a Casa Madre (Tortona)
Emise la professione perpetua il 2 dicembre 1930 a casa Madre Tortona.
E’ morta ad Ameno il 5 agosto 1969.
Fu la 1^ Superiora generale della Congregazione delle PSMC; tale ruolo le fu conferito direttamente da don Orione e lo ricoprì dal 1925 al 1942, anno in cui si celebrò il primo Capitolo Generale della Congregazione.
Fin dai primi difficili anni della fondazione delle PSMC (1915), si affidò a Don Orione per attuare e valorizzare i servizi di assistenza e conforto ai più poveri.
La Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità (PSMC) è il contenitore di un carisma speciale, unico, che la rende dotata di un'identità, di una spiritualità e di una missione regalate e consegnate da Dio. Il suo compito è quello di dare continuità in diversi modi alla grazia concessa al suo Fondatore S. Luigi Orione. Il carisma orionino viene oggi esercitato dalle PSMC attraverso molteplici attività e iniziative di promozione umana e di assistenza a giovani, malati, anziani, portatori di handicap e a tutti gli ospiti delle istituzioni orionine.
OPERE SOCIO-SANITARIE
Le Opere Socio-sanitarie hanno lo scopo di accogliere, curare e accompagnare persone che si trovano in condizione di “fragilità” permanente o temporanea: portatori di disabilità, gravi disabili motori e neuropsichici, anziani e malati. Le PSMC svolgono queste attività in istituzioni gestite direttamente dalla Congregazione, in collaborazione con il personale e con il sostegno del volontariato che si esprime in diverse forme.
OPERE E CENTRI EDUCATIVI E SOCIO-EDUCATIVI
• OPERE EDUCATIVE
- Asili nido
- scuole materne, primarie e secondarie
- scuole professionali e speciale.
• OPERE SOCIOEDUCATIVE
- case-famiglia (orfani, disabili…)
- centri diurni
• CNTRI EDUCATIVI
- servizi di promozione religiosa-culturale
- scuole popolari di Bibbia
- biblioteche popolari itineranti (videoteche/DVD…)
- Insegnamento nelle scuole pubbliche.
Le opere e i Centri educativi e soci-educativi sono quelle realtà e istituzioni in cui le PSMC svolgono un servizio pastorale che ha la finalità di evangelizzare i giovani attraverso una “sintesi” tra Vangelo e cultura, per formare personalità dotate di spirito critico e creativo, di capacità di dialogo e di partecipazione, con senso della trascendenza e della bellezza. Nell’ambito dei servizi si incoraggia la promozione umana e integrale dei bambini, dei ragazzi e dei giovani, specialmente di quelli con difficoltà fisiche, psichiche e morali.
CENTRI E SERVIZI DI PROMOZIONE UMANA
I Centri e i servizi di promozione umana raggruppano tutte quelle attività, svolte in collaborazione anche con altri organismi, in un luogo fisso o presso altre istituzioni, con le quali si cerca di rispondere concretamente ai bisogni presenti in un determinato territorio, proponendo con la propria azione apostolica una soluzione possibile.
SERVIZI ALLA COMUNITÀ ECCLESIALE
• Pastorale della moltitudine
• Pastorale delle piccole comunità ecclesiali
• Pastorale famigliare
• Pastorale giovanile vocazionale
• Pastorale carceraria
• Servizi pastorali
• Pastorale ministeriale
Per rispondere alle esigenze delle parrocchie e delle diocesi, le PSMC collaborano in diversi ambiti della pastorale: accanto al popolo, insieme alle piccole comunità, nelle famiglie, nei servizi di catechesi ai bambini e ai ragazzi. Si occupano, inoltre, della catechesi pre-sacramentale degli adulti (sacramenti dei figli o matrimonio), delle celebrazioni liturgiche, dei servizi di carità e di promozione umana, di formazione ai diversi minister.
CENACOLI DI ORAZIONE E DI ADORAZIONE EUCARISTICA
• Liturgia delle Ore
• Lectio divina
• Adorazione eucaristica
• Movimento di adorazione itinerante sulle strade
• Il silenzio, la bellezza e la musica come via al Mistero
• La preghiera sorgente delle relazioni
• “La festa della luce”
Si riferiscono specificatamente all’azione apostolica delle Suore Sacramentine non vedenti (link alla pagina dedicata): di manifestare la presenza di Gesù fra gli uomini.
le Suore Sacramentine sono chiamate non solo a vivere di preghiera e ad offrire questa testimonianza della loro consacrazione alla lode e all’adorazione a Gesù Eucaristia, ma anche ad offrire un servizio specifico alla Chiesa locale, come forma preziosa e originale di apostolato.
CENACOLI DI CARITÀ E MISSIONARIETÀ OBLATIVA
• Amore fatto preghiera
• Centri di ascolto
• Incontri di condivisione
• Apostolato parrocchiale
• Mani missionarie – “arts and crafts”
• “La Festa della vita”
• “Laboratori”
La presenza evangelizzatrice e missionaria di Comunità di suore anziane e/o ammalate vuole avere le caratteristiche di un “Cenacolo”, dove la preghiera, la carità e la missione sono una testimonianza forte, feconda e significativa quale parte viva e attiva della Comunità ecclesiale e del territorio in cui sono presenti.
Sono Comunità di persone consacrate, che hanno speso la propria vita ed energie sulla scia di Don Orione come Missionarie della Carità, e che continuano ad essere profondamente missionarie a partire dall’oblazione e dall’unione a Gesù Sofferente e Risorto, senso di ogni dolore e fonte di speranza.
- Opere socio-sanitarie
- Centri e servizi di promozione umana
- Opere e centri educativi e socio-educative
- Servizi alla comunità Ecclesiale
- Cenacoli di orazione e di adorazione eucaristica (per le Suore Sacramentine non vedenti)
- Cenacoli di carità e missionarietà oblativa (per le Comunità di Consorelle anziane o ammalate)
Tale comunione si esprime nelle relazioni che si intessono, nell’esperienza della diversità dei doni, dei carismi e dei ministeri, e nella organicità delle diverse strutture che facilitano, promuovono, coinvolgono e canalizzano la partecipazione di tutti alla vita e alla missione della Chiesa.
Spazi per questa esperienza di comunione, di intenti, di impegni e di risposta nello Spirito sono: la nostra Famiglia carismatica nelle sue varie espressioni (PSMC, il ramo contemplativo e sacramentine, FDP, l’MLO, ISO, ecc.), il popolo di Dio nel suo insieme (parrocchie e diocesi) e le piccole comunità ecclesiali, al cui interno si trovano: la pastorale per i vari settori; i gruppi, i movimenti, le associazioni , gli Istituti Apostolici, i diversi ministeri.
Nell'esperienza di realizzare l’unità nella diversità, ogni PSMC può vivere il dono della vita nello Spirito, in comunione con il Padre e il Figlio, in un dinamismo di speranza verso ulteriori mete.
Questa comunione dinamica, in permanente crescita verso la santità, ci fa sentire parte del popolo di Dio, in continua espansione missionaria, in un cammino costante di evangelizzazione e catechesi, di conversione, rinnovamento e conformazione progressiva a Cristo e al suo Vangelo; ci fa vivere fino in fondo e con slancio nuovo il nostro carisma stimolandoci ad avere - come Don Orione - il cuore radicato in Dio e lo sguardo profetico sul mondo e sull'umanità.
In questo modo le PSMC, piccola parte della Chiesa, nella Chiesa e con la Chiesa - pellegrina e straniera – vivono nella nostalgia della casa del Padre, e, mentre affrettano la venuta del Signore, danno testimonianza della presenza «materna» di Dio per ogni uomo e donna, si impegnano per la trasformazione del mondo e, come Maria, dicono ogni giorno il proprio «sì» generando tanti figli al Dio che così si rivela “Divina Provvidenza”.
Consulta il Progetto di vita apostolica delle PSMC
• Le Piccole Suore Missionarie della Carità hanno come fine specifico l'esercizio della carità verso il prossimo. Consacrano la vita per portare a Cristo e alla sua Chiesa i piccoli figli del popolo e i poveri più lontani da Dio e più abbandonati, mediante l'insegnamento della dottrina cristiana e la pratica delle opere evangeliche della misericordia. Svolgono la loro missione in una continua evangelizzazione. E sull'esempio di Maria vivono dandosi tutte a Dio e ai fratelli. A servizio dei poveri più poveri e abbandonati. Con le parole e con le opere testimoniano l'amore di Cristo.
• Le Suore Sacramentine Adoratrici non vedenti vivono lo spirito eucaristico per una testimonianza di vita apostolica, con pietà liturgica e nascondimento fecondo. Formano una comunità speciale e pregano per il Papa e per la Chiesa; sostengono, con l'adorazione e il sacrificio, l'azione apostolica dei Figli della Divina Provvidenza e delle Piccole Suore Missionarie della Carità; offrono a Dio la privazione della vista per i fratelli che non conoscono ancora la verità, affinché possano giungere a Dio, luce del mondo. Per favorire l'adorazione e contemplazione fanno vita ritirata, però accolgono con gioia e carità quanti a loro si avvicinano. Con il metodo di scrittura "Braille", "Vallù" e dattilografico realizzano una interessante corrispondenza con la gente, comunicando speranza. Nelle ore libere della preghiera, le Sacramentine si occupano dei più svariati lavori, secondo le capacità e attitudini personali di ciascuna. Sono nella Chiesa locale lampade accese che brillano davanti all'Eucaristia.
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• Le Suore Contemplative di Gesù Crocifisso hanno come fine specifico quello di rivivere l'amore appassionato a Gesù Crocifisso, di stare ai piedi della Croce con Maria addolorata Madre della Chiesa, per la salvezza del mondo: dei più lontani da Dio, dei più poveri... Vivono con gioia nella solitudine, nel silenzio e in continua orazione offrono al Signore un sacrificio di lode. Nella contemplazione intendono realizzare il progetto del Beato Luigi Orione di "Instaurare Omnia in Christo" per fare unità col Papa e i poveri e con le sorelle di vita attiva.
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L’originalità carismatica delle PSMC nella Chiesa.
La santità fa presente nel mondo il mistero di un Dio Trinità che si comunica e vive nel cuore dell’uomo.
Nei santi si prolunga in qualche modo il mistero dell’incarnazione in una concretezza storica, all’insegna delle fede, speranza e carità. Quando ci si avvicina ad un santo ci si avvicina al mistero di una coscienza e allo Spirito Santo che vi abita interiormente e che tutto unifica; quello stesso Spirito si fa carne, si fa storia.
I carismi che manifestano la bellezza della Chiesa vivono e si manifestano “avvenendo”, quindi, hanno origine da un’esperienza spirituale, da un contatto ed esegesi del Vangelo, in un determinato contesto storico e come risposta a determinate provocazioni.
Don Orione nasce a Pontecurone nel 1872 e muore a San Remo nel 1940, in un momento storico ricco di fermenti culturali ed ideologici, eventi e svolte che riguardano la Chiesa e lo Stato. Pur avendo elementi di continuità con l’epoca precedente questo scorcio di secolo, erede dell’illuminismo, crea una civiltà nuova che ama sganciarsi dal tessuto cristiano tradizionale. Ci troviamo di fronte alla frattura tra Chiesa e Stato avvenuta con la presa di Roma nel 1870 che darà origine alla “questione romana”, l’avvento dello Stato liberale, l’unità d’Italia, con movimenti e iniziative antiecclesiastiche.
Inizialmente di fronte a tutto questo, anche al Modernismo, la Chiesa reagisce isolandosi, poi comincia a tentare di inserirsi nel sociale, dall’assenteismo alla riconquista di una presenza significativa nella società. Ed è proprio nell’’800 che in Italia sorgono tante congregazioni di vita attiva con un apostolato specifico nel campo dell’insegnamento, dell’educazione dei giovani, dell'assistenza ai poveri, agli anziani, agli orfani, ai malati… Le nuove ideologie come il socialismo, il liberalismo, il comunismo rischiavano di allontanare il popolo dalla Chiesa, anzi di creare un fossato tra i due.
Don Orione si forma in questo particolare periodo storico con il quale cerca di sintonizzarsi e nello stesso tempo di anticipare sul piano delle intuizioni delle concezioni riformatrici, come la forte propensione all’azione, la fiducia nella Chiesa e nell’uomo. Egli stesso fa esperienza nella sua vita di un Dio inteso come provvidenza, per cui in questo particolare momento storico in cui l’umanità cambia pagina, don Orione si mette al servizio di un popolo che cambia, con un amore sviscerato alla Chiesa, in quanto solo questa è in grado di visibilizzare la Provvidenza nella carità nell’unità. Intuisce che il mezzo più potente per un mondo incredulo e affamato di risposte concrete è il linguaggio della carità: Solo la carità salverà il mondo!
Per Don Orione il Papa è il centro dell’unità visibile del popolo di Dio. Già da chierico fonda la Piccola Opera della Divina Provvidenza con innumerevoli opere di carità che avranno una finalizzazione ecclesiale perché vogliono ricondurre all’unità interna del popolo e del popolo con Cristo attraverso l’amore al Papa e alla Chiesa. Il suo motto “Instaurare omnia in Christo, in ecclesia, in caritate".
Fa nascere una varietà di opere come gli oratori, le colonie agricole, le scuole professionali, i piccoli cottolenghi, le missioni e dopo aver elencate ben 54 opere dirà: ”e tutte quelle opere di fede e di carità che secondo i bisogni dei paesi e dei tempi piacesse alla s. sede di indicarci come atti a rinnovare in Gesù Cristo la società”. ”In tutte le espressioni della carità di don Orione come fondatore del Figli della Divina Provvidenza e delle Piccole Suore Missonarie della Carità troviamo una finalizzazione ecclesiale della carità con una dimensione sociale che vuol dire la scelta dei più poveri. Infatti le PSMC, nate nel 1915, avranno come fine particolare e speciale "l’esercizio della carità verso i prossimi, massime col consacrare la vita a portare alla conoscenza e all’amore di Gesù Cristo, del suo Vicario, il Papa e della santa Chiesa i piccoli figli del popolo e i poveri più lontani da Dio o più abbandonati, mediante l’insegnamento della dottrina cattolica e la pratica delle opere evangeliche di misericordia".
Ed è soprattutto in questa intuizione che il nostro Istituto trova la sua originalità e la sua fisionomia nella Chiesa: il carisma è il perchè e il come della nostra vita nella Chiesa.Sollecitate dalle parole di Cristo: ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e avete dato da bere...In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me…., intendiamo impegnarci con voto nell’esercizio della carità mediante l’insegnamento della dottrina cattolica cristiana e le opere evangeliche di misericordia.
Il voto di carità evidenziando il fine specifico per cui don Orione, ispirato da Dio, ci ha riunite in una famiglia religiosa, sottolinea in modo chiaro e forte la nostra vocazione nella via della carità e il nostro ruolo nella Chiesa come Piccole Suore Missionarie della Carità.
Le opere di misericordia attraverso cui noi serviamo nell’uomo il Figlio dell’Uomo sono segno visibile e mezzo pedagogico credibile ed efficace per aprire gli occhi alla fede e riscaldare i cuori d’amore verso Dio e aiutare le persone ad accogliere il Vangelo. Le opere di carità servono per rendere presente ed esprimere in maniera tangibile la maternità della Chiesa che non è lontana dal popolo e dai suoi tesori, i poveri, ma di esse si prende cura, soprattutto andando verso le periferie esistenziali di cui parla spesso il Papa oggi.
La carità è la nostra via privilegiata per evangelizzare e per unire al Papa e alla Chiesa; la carità è la cerniera che unisce il popolo a Cristo, alla Chiesa e al Papa, segno visibile dell’ unità di tutti i figli nell’unico Padre.
6 giugno 1931
La partenza delle prescelte Missionarie avvenne da Genova, il 6 giugno 1931: Don Orione, con non poco sacrificio, giungeva appositamente da Roma a portare loro la benedizione. E’ superfluo rilevare come una delle preoccupazioni prime delle Suore Missionarie oltre atlantico fu quella di incrementare la ricerca delle vocazioni indigene, allo scopo di preparare il vivaio delle future Consorelle per quelle terre tanto fertili e promettenti di attività creative, ma pure ricche di tanta povertà, di malati e di orfanelli abbandonati e di poveri.
I risultati di questa spedizione di Suore recarono ben presto vivo conforto a tutta la Congregazione.
Il 20 agosto 1931 a Montevideo (Uruguay) le Suore incominciarono la loro missione nel Seminario Diocesano; dove restarono qualche anno. Il 3 giugno 1933 aprirono un Orfanotrofio a La Floresta (Dep. Canelones), oggi Collegio “N. S. de las Flores” con scuole elementari.
In Argentina, il 29 giugno 1931, festa dei Santi Pietro e Paolo, veniva aperta a Buenos Aires (Floresta), la Casa “Madre di Dio e di S. Gioacchino”, con scuola di cucito. E’ oggi Casa Provinciale. Ancora in Buenos Aires, l’8 novembre, si apriva la “Casa dei Centri Catechistici”, oggi “Istituto Don Orione” con scuole primarie. Nella Provincia di Buenos Aires, in Tres Algarrobos si apriva il 27 dicembre il Collegio “Santa Caterina” con scuole primarie di cucito.
2 dicembre 1930
Durante gli Esercizi Spirituali di quell’anno, il Padre Fondatore aveva fatto alle Suore un poco di resoconto (…) toccando specialmente il tema delle Missioni già sviluppate oltre Atlantico dai Religiosi della Congregazione; aveva anche affermato che le Suore Missionarie della Carità dovevano ormai allargare le loro tende e varcare i mari per portare la luce del Vangelo a tanti popoli privi della fede e della grazia del cristianesimo.
Don Orione gettò sull’assemblea la domanda: “E voi andreste volentieri in missione?...”. E’ inutile dire che la pronta risposta fu quella attesa: “Sì, sì, andiamo…”.
(…)
La funzione d’addio, si svolse nel pomeriggio del 6 dicembre, nella chiesa di Santa Caterina, stipata di Suore e di Benefattori. Dopo il canto del “Veni Creator”, Don Orione parlò, come sempre parlava,quando traboccava dal suo cuore la piena gratitudine a Dio e gli brillava nell’anima la certezza di un grande bene da compiere.
“Quest’anno, come voi sapete, o miei fratelli, la Chiesa Universale ha celebrato il centenario del grande Sant’Agostino. Anche la vostra città di Genova ha celebrato feste specialissime in onore di Sant’Aurelio Agostino, il grande Padre della Chiesa, del quale si potrebbe veramente dire, con Dante, che più d’ogni altro “come aquila vola”.
(…) Il Signore ha istituito uno speciale Sacramento. Nostro Signore Gesù Cristo, fra i sette Sacramenti, ce ne ha dato uno che è il Sacramento dell’Ordine Sacro; ha preparato degli uomini che fossero, in mezzo alle umane generazioni, come altrettanti Cristi, che, in mezzo alle città popolose ed anche nelle valli dimenticate della terra, potessero portare il suo Vangelo, la sua luce, la sua carità, la sua parola, i suoi Sacramenti: ha istituito il Sacerdozio, il Sacerdozio divino, il Sacerdozio cattolico. Perché lo ha creato? Perché i sacerdoti aiutino i fratelli a corrispondere alle grazie di Dio ed a salvarsi. Ecco che noi abbiamo sacerdoti sparsi per le grandi città, come la grande Genova, nei paesi cristiani e civili, ed abbiamo anche i sacerdoti che, tocchi della carità di Dio, si fanno come ostie vive, olocausti nell’amore, nella carità dei fratelli, e lasciano il paese dove sono nati, la patria sempre tanto cara – perché l’amore di patria è uno dei più sacri amori del cuore umano – per recarsi in terre straniere. Lasciano il padre, la madre, le buone sorelle, le persone più care, le persone più amate, e fanno un olocausto di se stessi, per andare a portare la luce della fede anche là dove non vivono che selvaggi; sempre per aiutare le anime a salvarsi, perché la redenzione di Cristo sia veramente copiosa.
Per questo Gesù Cristo disse, prima di salire al Cielo, agli Apostoli: andate per il mondo universo, predicate il Vangelo a tutte le creature. Ond’è che la missione dei sacerdoti è la missione degli Apostoli, perché vanno rinnovando, attraverso i tempi, attraverso le generazioni, l’apostolato dei primi discepoli di Gesù Cristo. Anche oggi vediamo che questi pionieri della fede e della vera civiltà lasciano la patria, lasciano tutto per andare – forse domani, vittime e martiri – là, in quei lontani paesi, dove è necessario portare il balsamo della luce cristiana e della fede. E fu sempre così, anime dei miei fratelli, fu sempre così, da 20 secoli! Da 20 secoli noi vediamo, in tutti i periodi della Chiesa, che i Papi mandano i Missionari, gli apostoli della fede, in terre lontane, remote.
Ma il sacerdote non sempre può arrivare a tutto e dappertutto; anzi, vi sono dei momenti nei quali il sacerdote Missionario vede che il suo apostolato va frustrato; perché? perché egli si trova in certi posti, ai quali, per tanti riguardi che voi comprendete, egli non può accedere; ed ecco allora che noi – come vediamo, in ogni tempo, ripetersi il fatto degli Apostoli che si dividono per il mondo – così vediamo, in tutti i tempi della vita della Chiesa, delle anime che, sulle orme dei missionari e dei sacerdoti, si mettono con loro, si uniscono ad essi nel lavoro in quei lontani paesi e nel sacrificio. Queste anime, dal cuore veramente pieno ed ardente della divina carità di Gesù Cristo, sono le Suore, le Missionarie. E’ sempre stato così, sapete! Aprite il Santo Vangelo e voi vedrete che, al fianco del Signore, vi erano le pie donne; e che facevano le pie donne? Arrivavano là dove forse Sant’Andrea, San Giacomo, e gli altri, non era prudente che andassero. Leggete le lettere di San Paolo e vedrete che egli nomina le donne generose che, insieme con lui e con San Luca, andavano a diffondere il Vangelo; e si può dire che non v’è una lettera di San Paolo che egli la chiuda senza fare i saluti anche per quelle donne, per quelle anime generose che si erano aggregate a lui e agli altri apostoli e che, in nome di Dio, erano partecipi con loro nell’apostolato.
Perché voi siete venuti a dare a queste povere Suore, questa grande dimostrazione, stipando la Cappella del Piccolo Cottolengo? A dare l’addio a sei povere Suore, che domani si imbarcheranno per le lontane Missioni. Oh, quanto bene faranno mai le Suore nelle Missioni! E quanto sono necessarie! A chi affideranno, i nostri Missionari, le povere orfanelle, gli innocenti bambini? Non a uomini certamente. Chi assisterà le povere vecchie cadenti, chi le conforterà negli ultimi momenti della vita? Tante volte non hanno figli, e molte volte il sacerdote è molto lontano, tanto lontano!
Guardate: nella diocesi, dove vanno queste povere sei Suore del Piccolo Cottolengo Genovese, sapete che cosa è capitato a me nove anni fa? Mi misi su un treno diretto, la mattina, ed il treno continuò a camminare per tutto il giorno. Faceva delle fermate, ne avrà fatte venti, venticinque fermate in tutta la giornata. Viaggiai in treno diretto dalla mattina presto fino verso sera, e il sole stava tramontando: avevo viaggiato tutto il giorno e non avevo trovato un paese che avesse un sacerdote! C’erano dei paesi, c’erano delle stazioni, ma in tutti quei paesi non c’era un sacerdote: il sacerdote era là in quella chiesa, in quel paese dove io ero salito alla mattina, e poi trovai l’altro sacerdote dove mi fermai alla sera. In quei paesi, pieni di italiani, pieni dei nostri fratelli che vanno a cercare un pane in terra straniera, chi avrà assistito quelle popolazioni? Chi avrà confortato quegli orfani? Le Suore! Quando io fui là, in quel viaggio, mi rivolgevo al Segretario del Vescovo della Diocesi della Plata – figlio quel Segretario, d’un savonese – e ad ogni paese gli chiedevo: E qui vi è un sacerdote? – No. – Eh, ma allora? – Ed egli: Il Vescovo ha potuto ottenere che venissero delle Suore dall’Italia e dalla Spagna, ed allora ha scaglionato, qua e là, tre, quattro Suore, le quali fanno i battesimi, assistono i moribondi, fanno, insomma, in certi momenti, da sacerdoti. Guai, mi diceva, se non avessimo le Suore!
Ecco, cosa fanno le Suore nelle Missioni. Ed in certe famiglie, anche in Italia, dove esse capitano, prima entra una Suora ad assistere un malato e poi, piano piano, apre la porta anche al prete; se no, quanti malati morirebbero senza il conforto dei Sacramenti! Prima, va avanti la Suora, dice al malato parole buone che vanno al cuore, e poi, piano piano gli ricorda Iddio, quel Dio, del quale il malato avevo forse udito parlare da fanciullo, quel Dio che egli aveva incominciato a pregare sul grembo della madre, me che poi, in seguito, lasciò… Quindi si dimenticano di Dio! Da principio fanno un po’ di preghiera, hanno il ricordo delle belle solennità dell’anno nella loro chiesa, Pasqua, Natale, ed altre feste; ma poi? Dimenticano tutto, diventano tutti giorni di lavoro, un giorno è uguale all’altro. Chi è che fa’ rivivere Dio nel loro cuore? La Suora che fa’ da madre e fa’ da figlia al povero vecchio che muore.
Ecco, cosa vanno a fare queste sei Suore. Ma vanno a fare qualche cosa di più. Sono povere figlie, voi sapete come io le chiamo: “straccione”, perché dobbiamo essere stracci nelle mani di Dio, stracci e figli ai piedi e nelle mani della Chiesa di Cristo. Ebbene, che andranno a fare queste sei povere Suore? Le avete vedute quelle poche parole d’invito che vi ho mandato?... Vanno là ad aprire un altro Piccolo Cottolengo. (…)
Sono stracci, queste sei Suore, e vanno a raccogliere non la seta, il velluto, ma a raccogliere quelli che sono il rifiuto della società. E noi siamo qui per pregare, per innalzare a Dio una preghiera, perché queste umili Suore siano emulatrici di Santa Caterina da Genova, che qui, nel vostro ospedale, diffuse tanti tesori di bene fra gli infermi, si fece madre degli orfani, di tutti i tribolati e derelitti. (…)
Partano queste Suore, e battezzino le anime non con acqua ma di Spirito Santo! (…)
Ed ora, cosa dirò a queste umili Suore, che domani, alle ore 11, sul “Giulio Cesare”, si staccheranno da questo porto e, per alcuni giorni, si troveranno tra cielo e mare e non vedranno altro che acqua e cielo? Che cosa dirò? Ecco: Andate, povere figlie di Dio, umili Suore Missionarie. La nostra preghiera vi seguirà poi sempre in tutti i giorni della vostra vita. Noi vi raccomanderemo sempre, ogni qualvolta il nostro cuore solleverà la sua voce al Signore: fin da questo momento vi promettiamo, davanti al Tabernacolo del Signore, che non vi dimenticheremo mai e pregheremo sempre per voi. E quando arriverete a battezzare quei poveri bambini, che forse morirebbero senza battesimo, quando arriverete a portare a Dio delle anime che forse non arriverebbero a ricevere i conforti religiosi, pregate per noi. In mezzo ai contrasti non vi abbattete, o umili stracci della Divina Provvidenza, umili Suore Missionarie della Carità! Guardate quel Crocifisso che portate sul cuore e unite i vostri palpiti a quelli del Cuore Sacratissimo di Gesù. E se venissero, anche per voi, dei momenti di stanchezza, di debolezza, ah, premete sul vostro cuore il Cuore di Gesù, pensate che breve è il patire ed eterno il godimento. Pensate a quelle belle parole, pure di Sant’Agostino: Tu hai salvato un’anima, tu hai predestinata l’anima tua.
(Don Orione alle Piccole Suore Missionarie della Carità, pp. 259-265)
8 dicembre 1929
Anno relativamente calmo il 1929! L’anno della Conciliazione tra lo Stato Italiano e la Sede di Pietro! Le Missionarie della Carità, tuttavia, segnarono un gran passo: la vestizione religiosa delle prime cinque Consorelle di nazionalità polacca, compiuta dal Padre Fondatore il giorno dell’Immacolata.
Poniamo qui questo fatto come il più importante dell’anno; esso riempì di gaudio il cuore di Don Orione, che, al termine del sacro ritiro, si espresse con accenti di profonda consolazione:
(…)
“Oh! Che grande festa oggi fanno mai gli Angeli e i Santi del Cielo, onorando Maria Santissima, e quante grazie farà oggi a tutte voi, alla vostra Casa ed a tutte le altre Consorelle, che sono sparse in tutte le altre Case! La Madonna, proprio oggi, nel giorno della sua festa, come fa’ una madre che attende da lontano i suoi figli, ha voluto che ricevano l’abito da religiosa cinque figliuole venute dalla lontana Polonia, per consacrarsi al Signore nella vostra piccola Congregazione e poi espandere le tende in altri paesi, dove la mano della Provvidenza le manderà.
Che grande giorno è questo! Che bella ora santa è mai questa! E specialmente per voi altre, che siete venute da paese tanto lontano e che già da tempo e da anni andate lavorando per la Piccola Opera della Divina Provvidenza, facendo più, direi, da madri che da sorelle in quella Casa di Zdunska Wola, dove i sacerdoti ed i chierici, animati dallo spirito di sacrificio e sotto le ali materne della Divina Provvidenza, faticano per fare del bene, per educare a vita cristiana tanti giovani, perché essi abbiano a seguire i comandamenti di Dio ed salvare così tante anime e le anime loro.
Per me, poi, è una gioia particolare, perché, prima ancora che sorgesse questa vostra Congregazione, il Signore mi ha dato di fare del bene ai poveri polacchi orfani, di ricevere santi esempi di vite religiosa da santo sacerdote polacco, P. Giuseppe, venerato da tutta Roma e morto in concetto di santità, che ha santificato Roma con esempi di vita sacerdotale. Fu allora che io potei accogliere parecchi chierici polacchi, ed ho sempre avuto particolare predilezione per la Polonia, che è la nazione che ha sempre mantenuto la sua fede davanti allo scisma russo, la Polonia, che è la terra di Giovanni Sobieski, la terra di San Stanislao Kotska, che è la terra di San Giacinto – uno dei grandi compagni di San Domenico – e di tanti santi, terra consacrata alla Madonna tanto venerata nel Santuario di Czestochowa. Sono tanto lieto e ringrazio la Madonna di questa grazia, che mi fa’ oggi, di dare l’abito da Suora a cinque di queste figliuole, venute dalla lontana Polonia.
Quest’esempio deve spingervi alla emulazione, deve suscitare un sentimento di conforto e di gioia in tutte voi. Vedo con molto piacere questo dilatarsi, questo crescere del manipolo delle Missionarie della Carità nella Polonia, e mi auguro che altre vengano e possano fare poi tanto bene, sicché esse siano emulatrici di tanti Santi, di vergini e martiri usciti dalla loro terra venerata.
(…)
O buone figliuole della nobile e forte e fedele Polonia, mettete le vostre anime, i vostri cuori ai piedi e nelle mani di Maria Santissima, nostra Madre e Regina della vostra Nazione, della vostra Polonia. Fate che, come oggi vi spogliate degli abiti secolareschi, delle abitudini che possono sapere di secolo, che possono avere un senso di mondanità, così trasformi il vostro modo di agire e diventi la vostra vita una vita di costumi santi, di sante virtù religiose, sicché possiate dare gloria a Dio ed essere di consolazione alla vostra Congregazione, che oggi vi accoglie, dandovi benedetto il suo santo abito. Ricevete il velo e l’abito di Missionarie della Carità, nel nome di Dio e di Maria Santissima Immacolata!”.
(Don Orione alle Piccole Suore Missionarie della Carità, pp. 246-248)
Narra Don Roberto Risi: “Andavo al Casale Pio V - quando ero Cappellano di Sant’Anna dei Palafrenieri, al Vaticano - per le confessioni delle ricoverate cieche, allorché, un giorno, il Professor Augusto Romagnoli, cieco dalla nascita e direttore didattico di quella scuola, mi disse: - Queste buone figliuole vivono ‘come le Suore. Perchè ‘la Chiesa non dà loro anche il merito delle anime consacrate a Dio? - Riportai l’idea originale a Don Orione - al quale il Romagnoli era legato da sincera amicizia e da grande stima -; questi, dopo alquanto tempo, certo ispirato da Dio, ‘decise la fondazione delle Suore cieche Sacramentine”. L’idea, non era nuova per lui: ma il sentirla esprimere da un laico gli rinnovò in cuore il progetto già ventilato.
Possiamo dire che la famiglia Sacramentina sia uscita dal cuore ‘di Don Orione, infiammato di amore per l’Eucaristia. Infatti, ‘ancora chierico e custode del Duomo, Orione passava parte della notte in adorazione al SS. Sacramento Questa adorazione gli era facilitata dal fatto che una finestrella della sua cameretta, sul voltone del Duomo, si apriva nell’interno del tempio.
Il 27 novembre del 1915, qualche mese dopo la fondazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità, Don Orione accettava la prima giovane non vedente dell’Istituto Regina Margherita, di nome Iride Papini, di 22 anni. Pochi giorni dopo, l’8 dicembre Don Orione, trovandosi a Roma, si recò a celebrare la Messa nell’Istituto Regina Margherita. Fece la predica e alla fine concluse: “Vi porto i saluti di Iride. Sta bene, è contenta. Se resiste quella, ne riceverò delle altre e fonderò la famiglia delle Suore non vedenti adoratrici”.
Scrivendo da Roma, il 26 giugno del 1916, il servo di Dio annunciava l’arrivo a Tortona di Anita Niri di 26 anni dicendo: “Per S. Pietro, manderò quassù un’altra figliuola non vedente e poi altre ancora; e così, se piacerà al Signore, la prima famiglia religiosa che ne uscirà, sarà delle Suore non vedenti. Queste vestiranno di bianco e serviranno Gesù in Sacramento”.
Con la loro preghiera, le Sacramentine avrebbero inoltre appoggiato ed integrato l’opera delle Consorelle, che attendono all’apostolato attivo, e la loro minorazione fisica non avrebbe imposto rallentamenti all’ordinaria attività della Congregazione, anzi l’avrebbe avvalorata con una più intensa vita interiore.
Il 15 agosto 1927, festa dell’ Assunta, aveva luogo, nella Cappella di San Bernardino, la consacrazione e vestizione delle prime quattro Suore Cieche.
(Don Orione alle Piccole Suore Missionarie della Carità, pp. 230-231)