Approfondendo la Decisione sullo stile di vita Atti dell’XI CG
Promuvere dinamiche di dialogo, partecipazione, condivisione, corresponsabilità, riconciliazione, progettualità, accoglienza, vicinanza, e favorire moenti di distensione e spazi di tempo per coltivare la fraternità.
(Dimensione sacerdotale: n° 17, pag. 49-50)
Riprendiamo le riflessioni mensili, dopo la sosta di questi mesi, che è stata per noi provvidenziale, per la grande luce che ci è venuta dall’Assemblea generale e che arricchirà ancora di più il nostro approfondimento della Decisione sullo “stile di vita”.
Il “pezzetto” di questo mese ci è di grande aiuto, dato che in quasi tutte le nostre realtà, ci troviamo ad elaborare o rielaborare i progetti provinciali e locali, e anche, possiamo dire, i progetti personali.
È stata giustamente l’Assemblea generale, che ha invitato tutte le PSMC a riprendere un cammino di interiorità, di fraternità e di missionarietà, attraverso “nuove dinamiche” che ci aiutano ad attingere alla “fonte”, alla “sorgente”, che è Gesù, alla sua Parola. Siamo tutte invitate a sperimentare nuove “forme” di accesso alla spiritualità e alla fraternità, “disimparando” i vecchi stili per “imparare” le strade inedite dello Spirito Santo, per giungere ad una nuova maturità umana, spirituale e apostolica.
Il “puzzle” di oggi ci aiuta a riflettere su alcune di queste dinamiche che sono, inoltre, alla base della spiritualità, della comunione promossa dal Concilio Vaticano II e alla quale ci chiama con sollecitudine Papa Francesco.
- il dialogo: che non è soltanto dire parole, chiacchiere, informazione, ma fondamentalmente ascolto, comunicazione profonda e vera, dono, rispetto, reciprocità;
- la partecipazione: che non è soltanto “essere presente”, ma “essere parte” viva, creativa, vitale della comunità e della Provincia;
- la condivisione: che non è solo “uso comune” o distribuzione, ma generosità, distacco, solidarietà, giustizia nell’offrire doni, pensieri, tempo, spazi, lavoro, gioie, pene, riuscite e sconfitte;
- la corresponsabilità: che non è solo fare ciò che “si deve” o ciò che “mi tocca”, ma che è essere personalmente responsabile della vita dell’altra, della comunità, della Provincia, del servizio apostolico e della vita della congregazione (senso di appartenenza!);
- la riconciliazione: che non è solo “sopportazione”, essere “in pace”, ma che è soprattutto perdono autentico, è offrire e offrirsi nuove opportunità di ricominciare, purificazione della memoria, docilità allo Spirito, fede e fiducia in sé e negli altri, altre;
- la progettualità: che non è solo organizzazione, ordine, ancora meno, rigidità di schemi e di iniziative, ma è tendere insieme verso il fine apostolico e carismatico comune, è uso giusto del tempo, dei doni di ognuna, delle risorse, evitando la dispersione e l’improvvisazione, che generano quasi sempre disagio e stanchezza;
- l’accoglienza: che non è solo “accettazione”, ma apertura di cuore verso l’altra/altro, saper farle spazio dentro al cuore, integrazione dell’alterità come diversità, libertà ed empatia;
- la vicinanza: che non è solo “vivere insieme”, ma è farsi “prossimo”, sensibilità, capacità di compatire con l’altra/altro, è parola e gesto opportuno, delicatezza e rispetto, intuizione e tenerezza materna;
In sintesi tutti questi atteggiamenti potrebbero esprimersi con un'unica parola: “AMORE”, di quello che ci parla Gesù: “dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).
Ma, così come un seme ha bisogno di un “microclima” adeguato per poter germogliare, crescere e diventare una pianta o un albero, questi atteggiamenti hanno bisogno di un “microclima comunitario” che favorisca la conoscenza reciproca, l’apertura e la fiducia. Quindi, non dovrebbero mancare nel nostro Progetto comunitario e personale, dei momenti concreti, sistematici e sereni per la “distensione e gli spazi per coltivare la fraternità”.
La nostra vita è già in se stessa attiva, e spesso sono proprio le tantissime attività ed impegni apostolici, che riempiono tutta la nostra giornata, tutta la nostra settimana, il nostro mese, il nostro anno… e rischiamo di vivere insieme, di fare molte cose (anche miracoli!), di correre per lavorare, correre per pregare, correre per la Messa, correre per mangiare… e nel correre… non “vedere” l’altra, l’altro che ci “sta accanto”.
Nella pag. 48 degli Atti XI CG si dice: “il senso della vita fraterna è la condivisione della propria esperienza di Dio nella fede, nella speranza e nella carità, degli ideali, degli obiettivi e dei fini apostolici e carismatici della comunità”.
Proviamo in questo mese, ad analizzare il nostro “ritmo” di vita, ad analizzare se il nostro “stile” e la nostra “organizzazione” favoriscono il vissuto di questi valori. Analizziamoci personalmente se siamo disposte a fare spazio all’Amore, a purificare “l’io egoico-bellico” che è in ognuna di noi, per diventare sempre di più “persone comunionali”. E proviamo ad avere il coraggio di “disimparare” qualcosa…
Buona riflessione!