"Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato" (Lc 24,5-6)
La celebrazione del mistero della Pasqua ravvivi in noi la fede. Fede che significa "credere in Lui, credere che veramente ci ama, che è vivo; credere che Egli avanza vittorioso nella storia; credere al Vangelo che dice che il Regno di Dio è già presente nel mondo, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano" (Evangelii Gaudium 278).
"Cristo risorto e glorioso è la sorgente profonda della nostra speranza" (EG, 275) e la forza del nostro impegno nell'edificazione della nuova umanità redenta col Suo sangue.
Unita alle sorelle del Consiglio generale, auguro una santa e gioiosa Pasqua!
Sr. M. Mabel Spagnuolo, Superiora generale
Roma, aprile 2014.
Riportiamo alcuni pensieri delle celebrazioni presiedute dal Papa Francesco.
Nella Basilica Vaticana durante la Messa Crismale del Giovedì Santo ha detto ai suoi sacerdoti: “Unti con olio di gioia per ungere con olio di gioia. La gioia sacerdotale del sacerdote ha la sua fonte nell’Amore del Padre, e il Signore desidera che la gioia di questo Amore «sia in noi» e «sia piena» (Gv 15,11). Il Papa ha parlato delle “tre caratteristiche significative” nella “gioia sacerdotale: è una gioia che ci unge (non che ci rende untuosi, sontuosi o presuntuosi), è una gioia incorruttibile ed è una gioia missionaria che si irradia a tutti e attira tutti, cominciando alla rovescia: dai più lontani”.
Alla sera, durante Messa in Coena Domini nella chiesa del Centro riabilitativo “Santa Maria della Provvidenza” della Fondazione Don Gnocchi, a Roma ha detto fra l’altro: “Lui è Dio e si è fatto servo, servitore nostro. E questa è l’eredità: anche voi dovete essere servitori gli uni degli altri. E Lui ha fatto questa strada per amore: anche voi dovete amarvi ed essere servitori e nell’amore. Questa è l’eredità che ci lascia Gesù”.
Venerdì Santo il Papa Francesco ha presieduto la Celebrazione della Passione del Signore nella Basilica Vaticana e padre Raniero Cantalamessa, nella sua omelia parlando di Giuda ha detto: “Il suo più grande peccato, non fu aver tradito Gesù, ma aver dubitato della sua misericordia”. E ha concluso: "Esiste un sacramento nel quale è possibile fare una esperienza sicura della misericordia di Cristo: il sacramento della riconciliazione. Quanto è bello questo sacramento! È dolce sperimentare Gesù come maestro, come Signore, ma ancora più dolce sperimentarlo come Redentore: come colui che ti tira fuori dal baratro, come Pietro dal mare, che ti tocca, come fece con il lebbroso, e ti dice: “Lo voglio, sii mondato!”.
Le meditazioni della tradizionale Via Crucis al Colosseo nel Venerdì Santo sono state affidate quest'anno a mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso, che ha riflettuto sui drammi del mondo di oggi, le conseguenze della crisi economica, le problematiche e i mali del Sud d'Italia.
Al termine in una breve meditazione Papa Francesco ha detto: “Dio ha messo sulla Croce di Gesù tutto il peso dei nostri peccati, tutte le ingiustizie perpetrate da ogni Caino contro suo fratello, tutta l’amarezza del tradimento di Giuda e di Pietro, tutta la vanità dei prepotenti, tutta l’arroganza dei falsi amici. Era una Croce pesante, come la notte delle persone abbandonate, pesante come la morte delle persone care, pesante perché riassume tutta la bruttura del male”.
La veglia pasquale di Sabato Santo 19 aprile 2014 si svolgerà a partire dalle 20,30 con la tradizionale benedizione del fuoco nell’atrio della basilica di San Pietro, prima di cominciare la celebrazione in basilica.
In ogni “inizio” c’è sempre una persona santa.
Ricordando Madre Maria Tarcisia dell’Incarnazione (Sacramentina)
nel 50° della sua morte – 6 aprile 1964/2014
“Una grande fede, anzitutto, che ne illuminò e sostenne anche le ore più difficili, assicurandole sempre tanta serenità e pace; una inesauribile carica di umanità di cui erano preziose, continue espressioni il tratto semplice, schietto e affabile, la materna tenerezza per chiunque si trovasse nella sofferenza o nel bisogno, la sollecitudine delicata, pronta e generosa verso tutti; il suo inalterabile ottimismo, la ricchissima pietà Eucaristica… Quello che mi ha sempre colpito di più, avvicinando Madre Tarcisia, è stata la cordialità con cui accoglieva, creando subito e sempre un clima di letizia. Come mi avveniva tutte le volte che salivo a Sant’Alberto di Butrio da frate Ave Maria. E non poteva non stupire questa gioia abituale e profonda in chi aveva sulle spalle e sul cuore la croce tanto penosa della cecità”[1].
Carissime consorelle!
Non posso lasciar passare questo giorno in cui ricordiamo il 50° anniversario della morte di Madre Maria Tarcisia dell’Incarnazione, senza condividere con voi una breve riflessione a modo, innanzitutto, di ringraziamento al Signore per il dono che è stata la sua vita per tutte le PSMC, ma anche, come memoria viva di ciò che della sua figura è stimolo e incoraggiamento, ancora oggi, per noi, Missionarie e Sacramentine, che continuiamo il cammino della sequela di Gesù, in questo momento storico.
Le parole che ho voluto citare testualmente come inizio di questa riflessione nel ricordo di Madre M. Tarcisia, sembrano sintetizzare i tratti più caratterizzanti e preziosi della personalità di questa cara sorella nostra, la prima fra le Suore Sacramentine non vedenti, accompagnata dalla fiducia e dall’amore filiale verso il Padre fondatore San Luigi Orione.
Don Orione sapeva molto bene in quali mani e in quale cuore stava affidando gli inizi del nuovo ramo della famiglia delle PSMC. Come accade in tutte le iniziative di Dio, in ogni “inizio” c’è una persona “santa”, cioè una persona capace di accogliere con docilità, con generosità e con gioia, il Suo piano. Così Madre Tarcisia è stata quel “seme” buono dal quale doveva nascere, crescere e svilupparsi il nuovo “germoglio” di sorelle non vedenti adoratrici del Santissimo Sacramento.
A 50 anni dalla sua morte, credo che sia buono ricordarla in ciò che è stato di più significativo, fondamentale e decisivo per l’identità, per la peculiarità e per la missione specifica di questo Ramo all’interno del carisma orionino al femminile, soprattutto perché la sua vicinanza e relazione filiale e diretta con Don Orione, le hanno dato l’autorevolezza della genuinità, nella scoperta di ciò che Dio aveva fatto intuire a Don Orione.
Vorrei che in questa ricorrenza ricuperassimo i tratti più rilevanti e attuali della personalità di Madre M. Tarcisia, che ci aiutino, oltre che al “far memoria riconoscente”, a ricuperarli e ravvivarli oggi in noi, riaccendendo in tutte, specialmente nelle comunità delle sue figlie dilette sparse nel mondo, le Sacramentine non vedenti, la freschezza della consacrazione, la significatività e il fascino di una così bella vocazione.
Madre Tarcisia ha lasciato a tutte le PSMC l’eredità di una personalità bella fin dagli anni dell’infanzia ma resa ancora più straordinaria dall’amore di Dio, dalla familiarità con l’Eucaristia, dalla vicinanza alla Madonna. La sua vocazione l’ha vissuta in pienezza di dono, di amore e di apertura agli altri, con trasparenza e fedeltà.
Dice Elvira Rocca nel suo libro: “Gli accadimenti memorabili nella vita di Madre Tarcisia sono relativamente pochi. Ciò che la caratterizza soprattutto è la fedeltà alla vocazione. Una fedeltà sostanziata di semplicità e consapevolezza gaudiosa e sofferta insieme, radicata nella fede e nell’amore; una fedeltà vissuta; che lei ha alimentato pazientemente e gioiosamente, tutti i giorni della sua vita, come una vergine prudente che tiene pronta la lampada per la venuta dello Sposo. Questo è stato l’autentico contrassegno di tutta la sua esistenza”[2].
Madre Tarcisia è stata un riflesso della bontà e della bellezza di Dio, e questo lo trasmetteva con tutto il suo essere e fare: nei doni di natura e di grazia, nelle parole, nei gesti, nel comportamento, nella preghiera, nelle relazioni. È questa la sua bellezza: “con la sua cordialità e gaiezza era l’anima della ricreazione; durante la recita dell’Ufficio del SS. Sacramento la sua bella voce imprimeva al coro un tono gradevole e un ritmo cadenzato senza affettazione, per cui la salmodia era scorrevole per chi l’ascoltava e muoveva a devozione”[3].
Una donna contemplativa e attiva nella quale non si trovavano ombre di dualismi, doppiezze, falsità… Una donna vera! Una donna libera! Una donna felice! Così, Madre Tarcisia, infondeva nella comunità il clima favorevole per la fraternità sincera, per l’entusiasmo, per l’amore alla santità, l’aiuto vicendevole, la gioia della vocazione.
Si sente dalle testimonianze e dalle parole stesse di Madre Tarcisia, il suo senso di appartenenza alla Famiglia delle PSMC, il suo amore alle “sorelle missionarie”, come spesso le chiamava, la cordialità, la gratitudine, la carità verso di loro, in spirito di unità, di collaborazione e di armonia. Questa delicatezza fatta di parole e di opere. Leggiamo ancora Elvira Rocca: “Nei due anni che la comunità trascorse a San Bernardino diede prova di non comuni virtù. Durante il giorno pregavano e lavoravano senza posa. Alla sera, Suor M. Tarcisia e Suor M. Eugenia, invece di recarsi al riposo all’ora consueta, si fermavano in cappella a pregare, anche per un motivo di carità. Poiché alcune Missionarie, costrette al disimpegno delle loro opere assistenziali, rincasavano piuttosto tardi, esse le attendevano pazientemente e, quando tutte erano rientrate, chiudevano la porta e andavano a letto contente”[4].
La sua personalità aveva certamente contribuito molto positivamente allo sviluppo del nascente Ramo, e di conseguenza inondava l’ambiente e contagiava le altre sorelle Sacramentine. Ma, sono molte le testimonianze che fanno capire come tanti: laici, sacerdoti, religiose, le stesse sorelle Missionarie, andavano dalle Suore Sacramentine ben volentieri, sentendo la loro comunità come un posto, direi, quasi “sacro”, dove si trovava Dio sia nella preghiera e adorazione, sia nell’accoglienza di Madre Tarcisia e delle altre Sacramentine. Leggiamo ancora: “l’afflusso dei visitatori alla casa del Groppo era diventato notevole, tanto che qualcuno aveva fatto notare a Don Orione come ciò potesse diventare disdicevole per le Suore, che risultavano un po’ troppo “esposte”. Ma lui rispondeva con tutta semplicità: “Lasciate che le vedano. La loro serenità è un apostolato di bene”. E Madre Tarcisia divenne veramente “maestra” in tale apostolato. Nonostante che le sue giornate fossero occupate dagli impegni connessi con l’osservanza della Regola e con il suo compito di “superiora”, lei era sempre disponibile a ricevere i numerosi visitatori che venivano per raccomandarsi alle sue preghiere o per ricorrere al suo consiglio”[5].
Tante altre testimonianze al riguardo si potrebbero raccogliere: il suo viso sempre sorridente, il suo parlare vivace ed espressivo, la sua bontà e comprensione, la sua intelligenza e saggezza, il suo modo garbato, sereno, discreto, gentile e materno; la sua cortesia, sensibilità e delicatezza nel ricevere tanto i ricchi come i poveri senza distinzione; la sua gioia, gentilezza sincera e amorosa, il suo ottimismo espresso sempre con parole di speranza e di sollievo, nelle quali si sentiva la presenza del Signore. E tantissime altre virtù che la rendevano una vera donna di Dio.
Oggi, quando la Vita religiosa si interroga sul presente e sul futuro, di fronte alle tante difficoltà che ci si presentano ogni giorno; quando anche noi ci interroghiamo come congregazione sul modo di rendere sempre vivi, attuali e significativi il nostro carisma e la nostra identità; quando siamo seriamente impegnate nel rendere concreto uno “stile di vita” più evangelico, più fraterno, più umano e più missionario, troviamo proprio nell’esempio di vita di Madre M. Tarcisia, un modello veramente attuale di come rendere la vita “attraente”, bella, vera, buona.
Leggiamo: “La vita trascorreva così dolce e serena, e sull’orizzonte già si profilavano altre aspiranti, che domandavano di poter entrare a far parte della piccola famiglia”[6]. Certamente, come ho già detto prima, in ogni “inizio” c’è sempre una persona “santa”. Perché dove c’è la santità di vita c’è Dio; dove c’è santità e purezza di vita è più tangibile la bellezza di Dio. Come abbiamo già sentito ripetere: “la Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione”, così pure la Vita religiosa, la nostra Congregazione, le nostre comunità missionarie o sacramentine, cresceranno unicamente per “attrazione”.
Sono certa che, ricordare Madre Tarcisia in questo giorno, è per noi una Provvidenza e una sfida. Una Provvidenza perché nella memoria della bellezza e santità della sua vita possiamo rinnovare la gioia e la bellezza della nostra propria chiamata vocazionale. Una sfida, perché Madre Tarcisia ci invita ad un sempre maggiore impegno a vivere la nostra vocazione con coerenza e radicalità, con fedeltà e amore, con generosità e apertura; la sua vita è per noi una “santa provocazione” ad incarnare e testimoniare la gioia di essere di Cristo, la bellezza della preghiera e della comunione e l’ardore dell’annuncio.
Se in ogni “inizio” Dio suscita persone “sante” per realizzare la Sua opera, anche queste ci vogliono per dare continuità all’opera di Dio. Oggi le nostre comunità hanno bisogno della nostra santità. Così renderemo gloria al Signore, renderemo onore a chi ha camminato prima di noi e renderemo testimonianza davanti al mondo dell’amore di Cristo e della forza della sua Redenzione.
Grazie Signore per il dono di Madre M. Tarcisia! Lei, dal cielo, interceda per noi!
Saluto fraternamente ognuna con affetto nel Signore e rimaniamo unite in ogni Eucaristia.
Sr. M. Mabel Spagnuolo
Superiora generale
Roma, Casa generale, 6 aprile 2014.
Sacrica il contenuto del messaggio:
pdf Ricordando Madre M. Tarcisia dell'Incarnazione. Di Madre M. Mabel Spagnuolo (356.41 kB)
[1] Rocca Elvira, Madre Maria Tarcisia dell’Incarnazione sacramentina non vedente, Prefazione di Don G. Zambarbieri, pag. 18, Edizioni Don Orione Tortona, 1979.
[2] Ibidem, pag. 56.
[3] Ibidem, pag. 71.
[4] Ibidem, pag. 80.
[5] Ibidem, pag. 88.
[6] Ibidem, pag. 81
La Polonia nel cuore di Don Orione
Piccole Suore Missionarie della Carità, sulla scia di Don Orione.
Dopo aver ascoltato nell’intervento di Sr. M. Irena, la chiara e ampia visione del contesto storico ed ecclesiale della Polonia ai tempi dell’arrivo delle PSMC, il primo sentimento che sgorga dal cuore è quello della gratitudine e della lode alla Divina Provvidenza.
Viene spontanea la meraviglia costatando come, nonostante le tortuose vicende degli uomini, la Provvidenza divina, scrive e svela la storia di salvezza, i piani misteriosi e amorosi di Dio per l’umanità.
Quindi le prime parole che sento vibrare nel cuore, di fronte a questi 90 anni di presenza in Polonia, sono quelle del Salmo 66:
(1-3) Acclamate a Dio da tutta la terra, cantate alla gloria del suo nome, date a lui splendida lode. Dite a Dio: “Stupende sono le tue opere!”
(5) Venite e vedete le opere di Dio, mirabile nel suo agire sugli uomini.
Ho voluto inserire questa mia riflessione dentro la cornice, che ho già anticipato nel titolo: La Polonia nel cuore di Don Orione, proprio perché il “cuore” di Don Orione mi sembra che sia il “luogo” teologico, dove il progetto carismatico, che la Divina Provvidenza aveva già predisposto, ha affondato le sue radici ed è poi diventato l’albero fecondo della grande Famiglia orionina. Nel “cuore” di Don Orione sono germogliate le migliori iniziative di una carità senza confini, come è senza confini l’Amore di Dio.Il cuore è sempre il luogo simbolico dell’amore, e così come noi, PSMC, siamo nate dall’amore infinito del Cuore di Cristo, possiamo anche dire che, per analogia, siamo nate dal cuore di Don Orione, appassionato di amore per Dio, per la Chiesa, per le anime!
All’interno di questo tema ho sviluppato due aspetti, nei quali intendo evidenziare alcune caratteristiche della nostra identità carismatica e spirituale come PSMC, collocate in stretta sintonia con l’esperienza dello stesso Fondatore. La nostra “figliolanza” ci rende “eredi” della sua esperienza spirituale incarnata nel nostro essere “donne consacrate” dando così volto al carisma “al femminile”, direi ad una carità “al femminile e mariana”.
Questi due aspetti sono: Eredi della sensibilità storica di Don Orione e Eredi della sensibilità culturale di Don Orione.
Continuare a leggere il contenuto del discorso di Madre M. Mabel.
pdf
Discorso della Superiora generale per i 90 anni di presenza delle PSMC in Polonia (332.65 kB)
24 dicembre
Video messaggio della Superiora generale, Madre M. Mabel Spagnuolo, in occasione delle Feste di Natale 2013 e augurio di un Nuovo Anno 2014 vissuto nella gioia, nel silenzio e nella gratitudine a Dio che si rende presente nella storia dell’umanità, portando la luce della carità a tutte le realtà e a tutte le culture.
23 dicembre
Preghiera – Auguri – Fraternità – si sono intrecciati… ed in questo bel clima, la Madre generale, le Consigliere e la Comunità della Casa generale hanno voluto augurare un lieto Natale ed un sereno Anno 2014 ai Collaboratori; auguri, accompagnati da un sentimento di gratitudine e di riconoscenza per la loro fattiva collaborazione.
Don Giacomo Defrancesco, cappellano di questa casa, ha celebrato la S. Messa, che è stata offerta per i nostri collaboratori, benefattori e per le loro famiglie.
Tutti insieme abbiamo goduto del clima di unità e gustato un buon pranzetto preparato con cuore e amore dalle cuoche.
L’agape fraterna si è conclusa cantando inni natalizi e leggendo gli auguri di Madre Mabel: “La contemplazione dell’Amore di Dio fatto uomo, nella purezza e nella povertà, apra i nostri cuori, le nostre comunità le nostre famiglie all’accoglienza feconda del Verbo di Dio, che oggi vuole incarnarsi, in noi. (…)”. Sr. M. Eliodora
14 dicembre
Domenica, 1° dicembre 2013, è stato presentato il libro “Pontecurone Segreto” presso l’Oratorio San Francesco di Pontecurone, scritto da Maria Luisa Ricotti, con immagini curate da Claudia Nalin.
Il contenuto del libro è il frutto di ricerche archivistiche che l’autrice, docente presso il Liceo “Giuseppe Peano” di Tortona, conduce da tempo, basato su personaggi, storie, dimore e famiglie dell’Ottocento pontecuronese, attraverso le quali vengono rievocati momenti di vita comunitaria del paese natale di San Luigi Orione. Il testo è corredato da un corposo apparato iconografico, che rende più agevole la ricostruzione storica dei fatti narrati.
Un elogio particolare va rivolto all'autrice Maria Luisa Ricotti e a Claudia Nalin per l'eleganza grafica, la ricchezza dell'apparato iconografico e l'eccellente qualità delle decine e decine di immagini che corredano il testo e che rendono il libro di piacevole lettura.
13 dicembre
Mercoledì, 11 dicembre 2013, a Casa Madre a Tortona si è riunita l’equipe per la Mostra Fotografica che ripercorrerà i cento anni della fondazione e delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Erano presente Sr. M. Bernadeth, Don A. Campagna, Sr. M. Ortensia, la signora Claudia, Armanda e la Superiora della Casa Sr. M. Carmen.
La Mostra Fotografica che avrà come titolo “Da Tortona al mondo, spargendo la Carità” sarà inaugurata nel prossimo anno, oltre a far memoria dell’aspetto storico di eventi e persone del passato vuol testimoniare la fedeltà carismatica, l’esercizio della carità attraverso le opere di misericordia, la missionarietà del presente, sviluppare messaggi di speranza, e prospettive per il futuro.
9 dicembre
Domenica 8 Dicembre, in occasione della festa dell’Immacolata Concezione, è stata organizzata all’interno della Residenza Per Anziani San Giuseppe di San Sebastiano Curone, un pomeriggio di musica e di festa. Hanno collaborato all’evento due volontari del territorio che hanno suonato alcuni brani con le loro fisarmoniche allietando il pomeriggio agli ospiti della casa di riposo. È stata inoltre occasione per fare merenda tutti insieme con torte e pasticcini quale momento conviviale di condivisione e di aggregazione. L’evento, organizzato dall’animatrice della struttura,non solo ha stimolato nell’ospite un fondamentale momento di recupero della propria identità storica, attraverso la reminescenza di musiche fortemente ancorate alla loro giovinezza , ma è stato anche un importante momento di collegamento con il territorio e di stimolazione alla socializzazione che ha coinvolto le Suore dell’Istituto, i famigliari, gli operatori sanitari e i volontari del progetto Pony.
L’obiettivo della festa non solo è stato quello di creare un clima di gioia e di serenità tipico dell’attesa del Natale , ma anche quello di promuovere un maggior benessere e una migliore qualità della vita dei residenti. La musica, intesa come attività sociale, agisce infatti sul piano della prevenzione, facilitando la comunicazione, consentendo l’integrazione del gruppo e la creazione di legami interpersonali, rinforzando dunque l’identità del singolo e favorendo l’emergere di sentimenti ed emozioni positive.
Un pomeriggio dunque all’insegna della gioia e del divertimento spontaneo e un’esperienza sicuramente da ripetere come ha ricordato la Madre Superiora Suor Ortensia Turati.
Chiara Poggio
8 dicembre
In una bellissima giornata di sole, nei Vespri della Solennità dell’Immacolata (7 dicembre), dopo la Celebrazione dell’Eucarestia presieduta da Mons. Sergio Fenoy e concelebrata insieme al Padre Omar Cadenini, Superiore Provinciale dei FDP e ad altri sacerdoti della Piccola Opera, tutte le Suore sono andate in processione verso la Cappella del Noviziato, dove si è tenuta una semplice ma sentita celebrazione di accoglienza delle quattro novizie che inizieranno il loro Anno canonico.
La Superiora Provinciale ha consegnato ad ogni novizia il crocifisso e le Costituzioni, dando loro il benvenuto nel nome di tutte le Suore della Provincia. Ha sottolineato che ciascuna è importante per Gesù, che Lui le ama particolarmente e conta su di loro. Questo sarà un tempo speciale per approfondire la bellezza della chiamata a “seguire Gesù” nella vita religiosa, per il servizio della chiesa, con il volto della carità proprio del nostro carisma, cercando nel dinamismo dello Spirito e nella Parola del Signore, la volontà di Dio, per poter diventare persone integre. La Superiora Provinciale ha aggiunto: “che non vi manchi la gioia di aver trovato Cristo, la ‘roccia’ dove edificare la propria esistenza, la fraternità e l’amicizia tra di voi”.
Poi le ha consegnate alla formatrice, che sarà la mediatrice di Gesù Maestro in questo cammino di identificazione con Lui e con il carisma.
Alla fine si è cantato il canto a Maria della generosità, affidando a Lei il cammino e la vita di queste novizie.
San Luigi Orione interceda per tutte loro!!!